Una operazione antimafia con 14 arresti per traffico illecito di rifiuti, denominata «black land», nelle province di Foggia, Caserta, Avellino e Benevento. Uomini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Bari, del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia e della Direzione Investigativa Antimafia di Bari, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno eseguito 14 arresti e sequestri nei confronti di amministratori, soci ed autotrasportatori di società interessate al settore dello smaltimento e trattamento dei rifiuti.
Sono stati sequestrate aziende, stabilimenti, automezzi pesanti, discariche abusive per un valore totale di euro 25.000.000/00 (venticinquemilioni), sia in relazione al reato ambientale che agli illeciti amministrativi conseguenti previsti per gli enti.
L’indagine è stata avviata nel marzo del 2013 grazie ad una serie di accertamenti preliminari e poi si è fatta piena luce su sodalizio criminoso dedito ad attività organizzate per il traffico illecito attraverso: il tombamento di rifiuti speciali non trattati (cd. frazione umida), derivanti da un apparente impianto di compostaggio in un enorme cratere presente su un terreno agricolo ubicato in Ordona (FG); e nello smaltimento illecito di rifiuti speciali derivanti da trattamento meccanico, (cd. frazione secca), provenienti da un impianto di stoccaggio ubicato in Foggia.
I rifiuti speciali, illecitamente smaltiti, tutti provenienti da impianti di raccolta e stoccaggio ubicati in Campania, nelle province di Salerno, Caserta e Avellino, ammonterebbero ad un quantitativo non inferiore a 12.000 tonnellate. In pratica i rifiuti speciali, prodotti in diversi comuni delle province di Salerno e Caserta, dopo essere stati trasportati presso i siti di stoccaggio della Sele Ambiente di Battipaglia (SA) e della Iside di Bellona (CE) venivano dapprima conferiti all’impianto di compostaggio della Biocompost Irpino di Bisaccia (AV), quindi, senza subire alcun trattamento, accompagnata da falsa documentazione, venivano trasportati e gestiti come se si trattasse di ammendante, per essere definitivamente smaltiti mediante “tombamento” in un enorme cratere ricadente su un area agricola sita in Ordona, gestita dall’Edil C., ove vi era una autorizzazione al ripristino ambientale.
Altri rifiuti venivano invece conferiti alla Spazio verde plus di Carapelle (Fg) e, dopo essere stati trasportati presso un capannone di stoccaggio sito in località Santa Cecilietta di Foggia, venivano illecitamente sversati in aree diversificate ricadenti nelle regioni di Puglia, Campania, Basilicata e Molise, talvolta anche nei pressi di zone lacustri e corsi d’acqua di grande rilevanza paesaggistica e faunistica, protette. In taluni casi i rifiuti venivano incendiati subito dopo lo sversamento. Per gli smaltimenti illeciti veniva utilizzata come base operativa l’area di parcheggio di Carapelle (Fg) della Ecobal bat di Cerignola.