Mercoledì 25 Dicembre 2024

Quale il ruolo del porto di Manfredonia con la riforma del settore?

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In attesa della riforma delle Autorità portuali, gli operatori dello scalo marittimo sipontino  ragionano su quelle che potranno essere le prospettive di questo porto. Le valutazioni sulla proposta di riforma posta all’attenzione della commissione parlamentare che dovrà stendere il testo definitivo, è sostanzialmente positiva e in linea con quelle pressoché unanimi espressi dai colleghi operatori di altri porti, delle stesse Autorità portuali, dai politici a cominciare dal ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi il quale non più tardi di qualche giorno fa ha ribadito che “Entro metà maggio dovrebbe essere presentata la riforma dei porti italiani”. Aggiungendo che ”Bisogna passare dalle parole ai fatti, i tempi non sono più procrastinabili. La riforma delle autorità portuali italiane deve passare – ha insistito – attraverso la nuova programmazione incentrata su grandi bacini logistici. E’ una novità necessaria per adeguarci alla modernità di cui l’Italia ha bisogno”.

Come noto la riforma prevede l’abbattimento dell’attuale numero delle Autority (24 di cui ben otto commissariate) unanimemente ritenuto eccessivo e dispersivo, e il loro accorpamento secondo un criterio regionalistico con una organizzazione che recepisca gli standard europei. Si guarderà alla funzionalità e operatività dei singoli accorpamenti alla cui governance saranno posti manager competenti con i requisiti necessari per far funzionare i traffici marittimi. L’accorpamento Basso Adriatico-Ionio prevede la messa in rete dei porti di Brindisi, Taranto, Bari e Manfredonia. E se per i primi tre lo status operativo è alquanto corposo e proteso verso sviluppi strutturali, per Manfredonia le prospettive che si parano sono alquanto problematiche considerato che, in pratica, l’attività mercantile è stata ridotta ai minimi termini.

A dispetto infatti di un sistema portuale alquanto articolato con tre grandi moli di cui uno con fondali di oltre dieci metri, mancano magazzini portuali, attività industriali, depositi costieri, imprese esecutrici di opere, servizio passeggeri: quelle strutture cioè che lo rendano operativamente concorrenziale.

Ma non solo. Il Sindacato operatori concessioni demanio marittimo portuale aderente a Confcommercio di Foggia, in una recente lettera elenca una “nutrita serie di problematiche” così come espresse dall’assemblea degli operatori. Tra le altre: eccessiva onerosità dei canoni demaniali; necessità di lavori integrativi di miglioramento alla operatività e viabilità portuale; necessità di attuare opere portuali che migliorino la protezione dagli eventi meteo-marini; necessità del completamento con allargamento delle banchine al molo di levante ed al prolungamento della banchina di tramontana.

Il Sindacato pone altresì in rilievo il problema della “poca trasparenza, informazione e pubblicità” degli atti dei commissari portuali. In particolare della inadeguatezza del sito istituzionale. Un problema questo sollevato dal direttore di questa testata giornalistica, Raffaele Di Sabato. In una lettera inviata al Ministero infrastrutture, alla Regione Puglia, all’assessorato trasparenza e legalità della Regine Puglia, al Prefetto di Foggia, alla Capitaneria di porto, al sindaco di Manfredonia, all’Ordine dei giornalisti di Bari, denuncia “il diniego dell’accesso agli atti” da parte dei commissari portuali.

Uno stato di cose che si trascina peraltro da oltre otto anni, che non depone positivamente per la necessaria considerazione operativa in vista dell’attuazione dell’annunciata riforma portuale. Il timore non certo peregrino, ma assai reale, è che questo porto rimanga schiacciato se non escluso dagli assetti che inevitabilmente i vari porti pugliesi vorranno sostenere a proprio favore. Una legittima aspirazione dal momento che sono in gioco economie consistenti di territori che hanno nel mare un fondamentale punto di sostegno.

La realtà delle cose dice che il porto di Manfredonia è rimasto indietro, anzi escluso da quei riferimenti operativi che animano il variegato e pur ostico mondo dei traffici mercantili. A parte la marineria peschereccia che fa capitolo a sé, se questa struttura portuale mostra una qualche vivacità, lo si deve al diportismo nautico, all’attivismo dei vari operatori concessionari demaniali che devono organizzarsi autonomamente in un contesto oggettivamente non favorevole.

Michele Apollonio

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Commenti

  • Mha!!

    5palle 12/04/2014 0:34 Rispondi
  • ANCHE MANFREDONIANEWS DEVE SVECCHIARSI !!SALUTI

    PAVILUCCIO 10/04/2014 15:37 Rispondi
  • E DALLLLLL. ARTICOLO ORIGINALE. VIVA LA FANTASIA!

    PAVILUCCIO 10/04/2014 15:36 Rispondi

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