“Dice Harold Pinter, drammaturgo e commediografo inglese, che spesso usiamo le parole come bandiere per tenere a distanza il pensiero e con esso la verità. Alle crociate ambientaliste e neoecologiste svezzate a suon di parole bandiera, quelle fatte di idee d’accatto ottime per alimentare carriere e bulimizzare mediocrità di intenti e di intelletti altrimenti incommestibili, qualunque attività di governo ha dalla sua come contraltare l’imperativo a centrare obiettivi, di sviluppo ma anche di profilassi. Il Governo regionale non ha detto stop alle FER ha solo richiamato gli enti locali, delegati nel 2007 ad autorizzare gli impianti minori, ad una maggiore consapevolezza degli impatti sul territorio degli impianti. La Puglia ha dato tanto e, soprattutto, ha vissuto una stagione in cui la mancanza di regole nazionali nel settore, unita alla corsa agli incentivi statali, ha determinato un tentativo, spesse volte andato a segno, di aggressione al territorio. Il tema è tutto qui: si fa finta di ignorare che sono decine di migliaia i megawatt, per eolico e fotovoltaico, in attesa di autorizzazione. Senza un richiamo al rigore si rischierebbe di ricoprire la regione di pannelli solari e pale eoliche”. Così l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, interviene sul tema delle rinnovabili e sul presunto stop alle fonti sostenibili voluto dal Governo Regionale.
“Lo spirito degli incentivi statali era far entrare le rinnovabili nel tessuto economico del nostro paese offrendo una opportunità alle imprese per il proprio fabbisogno. I big player si sono mossi più velocemente nella corsa all’incentivo e spesso con progetti tutt’altro che sostenibili sul piano ambientale. Finiti gli incentivi, il nuovo business è diventato quello dei ricorsi giurisdizionali amministrativi contro gli enti autorizzativi: si presentano progetti faraonici – prosegue Nicastro – sperando che un giorno di ritardo o un intoppo burocratico permettano di ricorrere alla giustizia amministrativa chiedendo salati indennizzi e altrettanto salate parcelle per i professionisti”.
“L’incentivazione di Stato e la concorrenza, in materia di potestà legislativa, tra governo centrale e regioni, è altrettanto evidente in altri casi di impianti di produzione energetica come le centrali alimentate da fonti fossili e gli impianti di termovalorizzazione. Nel primo caso, quando la Regione ha riscontrato criticità ha chiesto ed ottenuto la riapertura delle procedure autorizzative. In materia di termovalorizzazione, forse giova rammentare che il piano rifiuti in vigore nel 2005 prevedeva ben cinque inceneritori pubblici, uno per provincia mentre il nuovo piano rifiuti – conclude l’Assessore – ripudia la combustione come forma di smaltimento dei rifiuti. I tre termovalorizzatori previsti in Puglia sono stati autorizzati dal governo nazionale e finanziati dal governo nazionale con fondi “Cip6”. Il dato storico, seppure sinteticamente ricostruito è questo. Le libere interpretazioni, anche quelle d’accatto, dovrebbero quanto meno partire da qui”.