La Polizia irrompe a Palazzo di Città e arresta un consigliere comunale e un dirigente. Si tratta del consigliere di maggioranza Massimo Laccetti e del dirigente dell’ufficio Lavori Pubblici, Fernando Biagini. Agli arresti domiciliari l’imprenditore Adriano Bruno. Concussione e tantata concussione i reati contestati.
80 mila euro, riscossi in più rate: da 50, 25 e 5 mila euro. E’ l’ammontare delle mazzette che il consigliere comunale Massimo Laccetti e il titolare di un’impresa di manutenzione del verde pubblico, Adriano Bruno, avrebbero intescato per conto dell’ingegnere capo dei Lavori Pubblici del Comune di Foggia, Fernando Biagini, dall’imprenditore Lello Zammarano per l’affidamento della gara d’appalto della struttura di Piazza Padre Pio, dove l’imprenditore foggiano sta realizzando i nuovi uffici per il Tribunale di Foggia.
Biagini è dirigente del settore Lavori pubblici e del Suap (Sportello unico per le attività produttive) del Comune di Foggia. Agli arrestati è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Secondo l’accusa, i tre arrestati, con ruoli differenti – Biagini nelle sue funzioni di dirigente comunale e gli altri due quali intermediari – avrebbero costretto un imprenditore edile locale (che è stato anche vittima di intimidazioni, comunque non contestate nel provvedimento) a versare una tangente di 80mila euro in contanti per chiudere il contratto per la realizzazione di un immobile da adibire a sede di uffici giudiziari. La tangente sarebbe stata pagata in tre tranche di 50mila euro, cinquemila euro e 25mila euro.
Lo stesso imprenditore sarebbe stato vittima di un tentativo di concussione. I tre arrestati, in questo caso, avrebbero cercato di costringerlo a pagare 20mila euro in contanti per sbloccare un’istanza presentata dall’imprenditore per ottenere l’autorizzazione a realizzare parcheggi in un’area comunale adiacente all’immobile destinato ad uffici giudiziari.
«C’ERA UN SISTEMA DI TANGENTI» – L’aggiudicazione di appalti con il Comune di Foggia riguardanti il servizio Lavori pubblici sarebbe stata soggetta al pagamento di tangenti in forma quasi sistematica. È quanto emergerebbe dagli accertamenti della Squadra Mobile di Foggia nell’inchiesta della Procura del capoluogo dauno che ha portato oggi all’arresto di un funzionario comunale, di un consigliere comunale e di un imprenditore.
Gli accertamenti sono scattati dopo l’individuazione di un immobile da adibire a sede di uffici giudiziari in Foggia, scelto con avviso pubblico. Sin dall’ottobre del 2013 erano emersi elementi che facevano ritenere che un imprenditore, proprietario dell’immobile in questione, potesse essere vittima di concussione da parte di pubblici ufficiali e altri soggetti interessati alla vicenda. Gli investigatori hanno acquisito dichiarazioni di persone informate sui fatti e intercettazioni ambientali di conversazioni tra Biagini e Laccetti.
Proprio dalle conversazioni telefoniche emergerebbe il presunto sistema di tangenti. Analoghe richieste gli indagati avrebbero rivolto, in un recente passato, ad un numero molto elevato di imprenditori e in molte occasioni, secondo gli investigatori, le somme sono state effettivamente pagate. Gli inquirenti auspicano quindi che le eventuali vittime di questo sistema si facciano avanti riferendo particolari utili all’accertamento della verità. All’operazione odierna ha collaborato, per le indagini patrimoniali e per l’esecuzione di provvedimenti, il Gico della Guardia di Finanza di Bari.