Presentate oggi dall’assessore alla Cittadinanza sociale, Guglielmo Minervini, le anticipazioni del rapporto sulle condizioni di detenzione e del rispetto dei diritti umani nel Cie (centro identificazione e espulsione) di Bari e un’analisti delle prassi di accoglienza dei richiedenti asilo nei Cara di Bari, Foggia (Borgo Mezzanone) e Brindisi e nelle 22 strutture del sistema Sprar (protezione richiedenti asilo e rifugiati).
Il rapporto è disponibile su www.osservatoriomigranti.org ed è stato coordinato dal prof. Luigi Pannarale dell’Università di Bari con un contributo finanziario della fondazione Caripuglia e con il contributo dell’Ufficio del Garante delle persone sottoposte a limitazione della libertà personale e dell’assessorato alla Cittadinanza sociale della Regione. “Il dato politico che emerge – ha dichiarato l’assessore Minervini – è il fallimento delle politiche nazionali di respingimento e di accoglienza nei Cara. Gestire i migranti come un problema di ordine pubblico e di sicurezza si è dimostrato fallimentare, così come mantenere detenuti nei Cie nei modi che sono stati dimostrati dalla Magistratura è inumano, incivile e inutile, oltre che costoso. I migranti sono una risorsa e trattarli come persone è solo il primo passo per realizzare politiche di accoglienza diffuse sul territorio e utili sia per loro che per chi li accoglie. Il rapporto dell’Università – che ringraziamo per lo sforzo – che presentiamo oggi è un ottimo lavoro che con una fotografia puntuale su Cie e Cara conferma il giudizio politico negativo sulla gestione dei fenomeni migratori tenuto fino ad oggi dal governo nazionale”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il dottor Piero Rossi, garante dei detenuti, il prof. Pannarale e i ricercatori autori dello studio. “Forniamo dati di conoscenza – ha detto Pannarale – per spunti di riflessione dell’opinione pubblica. Occorre uscire dalla condizione di emergenza e analizzare i dati di contesto per umanizzare le politiche di accoglienza”. “Enormi camere di sicurezza, dove regna l’assoluta inattività” sono state le descrizioni fornite dai ricercatori (Giuseppe Campesi) riguardo il Cie del San Paolo di Bari “strutture volte a infliggere una sofferenza allo straniero detenuto per ottenere una sua collaborazione all’espulsione dal Paese”. Sui Cara è stato rimarcato che “in Puglia c’è il 30% dei posti presenti in tutta Italia, inefficaci, costosi e inutili rispetto alle politiche di accoglienza diffuse sul territorio come il sistema Sprar che solo ora sta aumentando i posti a disposizione”.