Parte il terzo Piano sociale di Zona, lo strumento attraverso il quale gli enti convenzionati assicurano l’unicità di conduzione e la semplificazione di tutte le misure relative ai servizi sociali, socio assistenziali e socio sanitari. A farne parte sono i Comuni di Manfredonia (capofila), Monte Sant’Angelo, Mattinata, Zapponeta che dando seguito alla Convenzione sottoscritta il 3 dicembre 2013, hanno adottato il Piano nel corso della riunione del consiglio comunale di Manfredonia all’argomento dedicato, presenti le delegazioni degli altri tre Comuni di Ambito. Il Piano sarà ora approvato dalla Regione Puglia.
“E’ lo strumento col quale si intende dare delle risposte chiare, concrete e circostanziate alle urgenze di un mondo nuovo fatto di bisogni e fragilità”, ha detto l’assessore alle politiche sociali di Manfredonia nonché referente dell’ambito del PSZ, Paolo Cascavilla, autore con le assistenti sociali Eleonora De Cristofaro e Dina Ciuffreda, della programmazione del Piano sociale di zona concertata con la collaborazione attiva di 28 associazioni per complessivi 34 agli incontri tematici. Una approfondita analisi del comprensorio, delle popolazioni e dunque delle esigenze che esprimono.
“Numerosi sono i cambiamenti – ha rilevato l’assessore – che vanno verso nuovi modelli di assistenza e nuove politiche sociali. Il territorio ha sperimentato in questi anni forme di collaborazione con i soggetti sociali che operano nelle comunità dei quattro comuni dell’Ambito, che hanno già tracciato percorsi originali e possibili convergenze”.
La collaborazione, la solidarietà, l’inclusione sono tra i principi ispiratori del Piano che Cascavilla ha simbolicamente consegnato ai sindaci Riccardi di Manfredonia, Di Iasio di Monte Sant’Angelo, Riontino di Zapponeta e alla commissario prefettizio Abate di Mattina, perché ne coltivino gli intenti e le finalità, ne accompagnino la messa in opera. Una necessità opportunamente rimarcata da Riccardi che ha sottolineato la fattiva cooperazione instauratasi tra i quattro Comuni.
Un progetto ambizioso non certo miracolistico, ma realistico che indica una via, un percorso da fare assieme. “Sono date – ha illustrato Cascavilla – alcune risposte chiare, si prendono alcuni impegni importanti sul variegato mondo dei bisogni che sempre più numerosi assillano la gente in difficoltà. Il Piano sociale di zona non è solo la somma di obiettivi di servizi da raggiungere nell’arco di tre anni, ma indica il modo per affrontare il presente e il futuro”.
Una sfida che ha incontrato il favore dei soggetti del Terzo settore che hanno sottoscritto con l’Ambito, 30 patti di partecipazione, vale a dire la manifestazione di un reciproco impegno sulla condivisione del processo di elaborazione e attuazione del Piano Sociale di Zona, teso a qualificare il sistema locale dei servizi sociali e sociosanitari alle persone e alle famiglie. Gli incontri di concertazione si sono tenuti con i Sindacati, Ufficio esecuzione penale esterna, Servizio sociale con il Ministero della giustizia minorile, scuole, parrocchie.
Tra gli strumenti operativi di interessante praticità è “la carta di cittadinanza sociale”. Una sorta di Patto di cittadinanza tra istituzioni e cittadini. “La Carta – ha spiegato l’assessore – non è una guida ai servizi ma uno strumento di partecipazione e di promozione dei diritti, uno strumento in itinere in grado di adeguarsi all’evoluzione dello scenario dei servizi sociali e dei bisogni, per migliorare dunque la qualità dei servizi alla persona, ad aiutare a sviluppare identità e appartenenza alla comunità, a mantenere aperto il confronto tra i diversi attori della comunità. E’ una sorta di costituzione sociale del territorio, che stabilisce alcuni punti fermi: regola i diritti e doveri dei cittadini, delle istituzioni, degli organismi della società civile; è uno strumento di tutela dei cittadini che usufruiscono dei servizi; è uno strumento di valutazione dei servizi e il grado di soddisfazione dei cittadini; stimola forme di collaborazione, di coprogettazione e di “idee diverse” per la gestione dei servizi”.
Il Piano sociale di zona avrà anche significative strutture operative dislocate nei quatto Comuni: due a Manfredonia, una a Mattinata e Zapponeta e una a Siponto, la già pronta Casa dei diritti che fungerà da riferimento base per l’intero Ambito.
Si va insomma progettando un nuovo modo di fare welfare, più attivo, più coinvolgente, più pratico e dunque più efficace che arriva al cuore dei problemi con proposito di risolverli. “L’esperienza già maturata con i due precedenti Piani di zona, è positiva” ha affermato l’assessore Cascavilla. “L’esigenza dell’Ambito è quella – ha affermato – di costruire un nuovo e forte rapporto fra cittadini e istituzioni basato su informazioni chiare, su percorsi di cura definiti, su procedure visibili e percorribili”.
Michele Apollonio