Quanto è costato questo carnevale?

Tra le questioni oggetto delle polemiche alquanto serrate e contrapposte riferite al carnevale, vi è anche quella del finanziamento dell’attività svolta dall’Agenzia del turismo cui il Comune ha affidato l’organizzazione della manifestazione. Le notizie che vengono date in merito sono per l’appunto discordanti: c’è chi afferma che l’organizzazione è stata in economia “senza spendere un euro”; e chi sostiene il contrario che il finanziamento da parte del Comune c’è stato ed anche consistente. Chi ha ragione?

Come troppo spesso accade le polemiche si montano a sproposito, senza l’apporto essenziale della opportuna documentazione, giusto per sostenere posizioni strumentali. Nella fattispecie la documentazione c’è ed è a disposizione di tutti. La si trova sul sito del Comune, al link Albo Pretorio on line. Correttamente la giunta comunale ha pubblicato a norma della legge sulla trasparenza, la delibera relativa alla “Assegnazione risorse finanziarie all’Agenzia del turismo”. La Delibera è la n. 24 del 12.02.2014.

La giunta comunale (assente il solo assessore Brunetti Adamo), con atto immediatamente esecutivo, deliberò di “avvalersi, ai sensi dell’art. 9 coma 7 dello Statuto vigente, dell’attività della Agenzia del Turismo per la realizzazione della 61^ edizione del Carnevale, assegnando alla stessa Agenzia un contributo complessivo pari a € 212.500,00 (duecentododicimilacinquecento) e, a titolo di anticipazione, la somma pari a € 100.000,000 (centomila)”.

Che l’amministrazione comunale abbia deciso di destinare quella somma al carnevale è questione che riguarda l’autonomia decisionale dell’esecutivo di Palazzo San Domenico. La qual cosa non esclude che si possano avanzare considerazioni e muovere rilievi così come tantissimi concittadini hanno fatto nei forum sviluppati sui vari siti web ma non solo.

La prima considerazione che viene evidenziata riguarda l’uso che l’Agenzia del turismo ha fatto di quel cospicuo finanziamento. Le perplessità sono tante e di vario ordine specie se rapportate alle manifestazioni organizzate (alcune delle quali sovvenzionate dal Comune a parte, per esempio il Mangano folk) e alla loro qualità. Il punto cruciale è questo. Certamente non si vuole buttare tutto a mare: secoli di tradizione carnevalesca hanno pur lasciato un’impronta. Ma è pur vero che un a cosa è disporre di poche risorse, altra è di averne a disposizione molte. Esaltare il proprio carnevale è lodevole, ma se si vuole dare, così come si dovrebbe per pensare a migliorarsi, una valutazione più corretta di quanto e come è stato organizzato, bisognerebbe guardare quel che avviene in altri carnevali. Si riscontrerebbe che le cose che non vanno o che potrebbero essere organizzate diversamente, sono tantissime. Leggere i commenti della gente.

A cominciare dal finanziamento. Se il Comune voleva spendere soldi pubblici (dei cittadini contribuenti) perché non bandire un avviso pubblico per avere la possibilità di scegliere il migliore progetto del carnevale? Si è scelto e finanziato a scatola chiusa: perché? L’Agenzia del turismo è il meglio del meglio?

Compito dell’Agenzia del turismo è quello di “coordinare e realizzare una serie di grandi eventi consolidati, tra i quali è compreso il Carnevale di Manfredonia”. Con quali risorse? Quelle del Comune: e c’era bisogno di costituire un carrozzone per fare quello che avrebbe potuto e dovuto fare l’assessorato al turismo, sennò che ci sta a fare? A passare le delibere dei contributi?

L’agenzia del turismo che già gode del contributo associativo del Comune pari al 51 per cento del capitale, dovrebbe avere quale mission quella di reperire i fondi per “coordinare e organizzare una serie di grandi eventi ecc. ecc.”. Troppo semplice e facile agire con i soldi in tasca dei cittadini contribuenti a moltissimi dei quali non frega niente del carnevale. Quali sono i ritorni di tanto investimento pubblico?

L’attesa ad alta voce reclamata è pertanto quella di vedere pubblicato il bilancio della manifestazione e quello della stessa Agenzia, per la dovuta trasparenza ma anche per quel senso del dovere nei confronti dei cittadini contribuenti anche di quelli che asseriscono che non si è speso un euro. I numeri esprimono certezze. Sarà quello il riferimento inoppugnabile per la necessaria verità. Sia ben chiaro che nessuno ce l’ha con l’Agenzia del turismo, ci mancherebbe anche questo cruccio: le note di cui sopra solo per offrire un contributo di riflessione nell’intento di fare meglio, per la dovuta chiarezza e correttezza delle scelte.

Michele Apollonio