Carnevale sì, carnevale no

E’ il miglior carnevale di questi ultimi anni; no il peggiore.

Sono gli estremi di una vasta gamma di commenti su quest’ultima edizione del Carnevale di Manfredonia appena conclusosi, espressi nei vari siti web cittadini. E questa volta non pare proprio che la verità stia nel mezzo. I giudizi negativi sono infatti in netta prevalenza. Tratteggiano una manifestazione, nel suo complesso costellata di carenze organizzative, mancanza di quei servizi di base (parcheggi, bagni, assistenza, ecc.) utili per far fronte alle esigenze dei visitatori, e così via di questo passo. Insomma non c’è stato, secondo i commenti più critici (ma anche quelli meno perplessi non si discostano di molto), quel salto di qualità (e quantità) che prometteva il “gran lavoro condotto da mesi” dall’Agenzia del turismo e dalla stessa reclamizzato con enfasi carnevalesca.

Sotto scacco anche le tante “collaborazioni” che si sarebbero attivate. In tempi non molto lontani – è stato ricordato – il Carnevale di Manfredonia è stato presente in TV e ha gareggiato alla pari con Viareggio (vedi Lotteria nazionale). Ce n’è in sostanza per tutti i vari aspetti organizzativi di una manifestazione che si è retta, come sempre, sulle proprie gambe, quelle della spontaneità, dell’adesione popolare, della fantasia, della originalità. In questo filone sono state positivamente considerate le iniziative di una emittente locale e di alcuni bar che hanno organizzato serate musicali anche con ospiti di rilievo. E poi la folla pubblicizzata come “eccezionale”: e quando mai è venuta meno la folla, a carnevale e non solo. Manfredonia è sempre stata, ed è, una piazza preferita anche per la “libertà” che si trova nel manifestarsi come si vuole. Non ci vuole perciò molto, neanche il carnevale, per attirare qui gente vogliosa di divertirsi come crede. Il turismo, tanto meno quello “attivo” (ma che significa?) c’entra poco o niente. Non è una manifestazione di nicchia sia pure diluita in più giorni, che può fare turismo (a volte può risultare anche controproducente). Intendiamo quel turismo che esalti le qualità di fondo di una città, di un territorio, che fanno da traino al turismo duraturo e globale. E Manfredonia di riferimenti notevoli ne ha a bizzeffe, ma poco considerati e valorizzati.

Un carnevale tutto sommato niente di ché. Ci sono state tante altre edizioni che si ricordano in maniera speciale, organizzati da comitati spontanei che non hanno avuto i supporti finanziari che ha avuto l’Agenzia del turismo: ben 250 mila euro elargiti dall’amministrazione comunale. Una delle domande ricorrenti nei vari forum web si riferisce a come sia stato speso quel denaro. Si aspetta che l’Agenzia del turismo dia conto di come ha usato quel denaro pubblico. Così come a questo punto dovrà essere fatta una riflessione più accurata e puntuale sul ruolo e sulle funzioni di questa Agenzia. Circa 250 mila euro è pur sempre un bell’investimento (specie se si considera la carestia corrente) da parte del Comune che avrebbe forse dovuto meditare meglio nel concedere quella somma di  denaro per una manifestazione carnevalesca che rimane fine a sé stessa. Se investimento voleva fare, sarebbe stato più opportuno e sensato impiegare quei fondi per rendere la città più accogliente (o meno disagevole) intervenendo sulle tante carenze che costellano la città. Manfredonia non comincia e finisce in Piazza del Popolo o, per rimanere nel carnevale, a Piazza Marconi o giù di lì.

Probabilmente non esiste un miglior o peggior carnevale: certamente si conferma l’esigenza nel rivedere l’impostazione più complessiva e razionale la progettualità di una città che galleggia su se stessa senza una meta precisa.

Michele Apollonio