Se gli ultimi dati nazionali parlano di 111mila imprese chiuse, in provincia di Foggia la situazione appare ancora più pesante. Complessivamente in Capitanata hanno cessato la loro attività nell’anno appena concluso più di 6mila aziende. Il drammatico dato emerge da Confcommercio. Il presidente provinciale Damiano Gelsomino ha incontrato il vice prefetto vicario, Francesco Cappetta. «Ormai siamo al tracollo – commenta Gelsomino – è necessario aprire in questo territorio una vertenza commercio; perché se continua così non abbiamo altra soluzione che portare qui le chiavi delle nostre attività». La situazione in provincia di Foggia per la micro impresa commerciale e artigiana, corre il rischio di diventare una vera e propria emergenza sociale. Al prefetto Confcommercio chiede di svolgere un ruolo attivo nei confronti delle amministrazioni. Due gli obiettivi: evitare, dove possibile, interessi di mora per la Tares 2013 e permettere dilazioni; convincere le Amministrazioni ad applicare le aliquote minime per la Tasi 2014. A tal fine Confcommercio ha chiesto che la Prefettura si adoperi per convocare un tavolo tecnico di confronto con i Comuni per concertare modalità e termini per l’applicazione della nuova normativa. «Come categoria- prosegue Gelsomino – vogliamo fare la nostra parte, ma anche capire bene le tasse che paghiamo come vengono spese dai nostri amministratori». Il fine ultimo è evitare che si abbassino definitivamente altre saracinesche.
Il livello più alto di chiusure si registra tra le imprese del commercio al dettaglio (oltre 1050) e della ristorazione (330) con una media che si aggira sul 10% delle aziende attive. La cassa integrazione in deroga ha permesso di evitare un po’ di licenziamenti. Ma è crisi vera.