Prima di parlare del PUG conviene fare un “excursus” dalla nascita del PRG (Piano Regolatore Generale).
L’architetto Righetti, progettista del PRG, sosteneva (si legge nella relazione programmatica del PRG) che Manfredonia avrebbe dovuto svilupparsi verso l’area nord-est della città (sopra Via Scaloria, in direzione Montagna). La raccomandazione scaturiva dalla necessità di realizzare un’area urbana compatta e uniforme nel rispetto della forma ortogonale della città vecchia. Questo avrebbe consentito la riduzione dei costi per le urbanizzazioni e per i servizi. Le caratteristiche territoriali dell’area di Manfredonia sud presentano peculiarità non idonee ad un organico sviluppo urbano. Purtroppo i partiti hanno fortemente chiesto di urbanizzare la zona sud e quindi il PRG è stato sviluppato seguendo le pressioni dei partiti.
L’amministrazione Prencipe adottava il PRG con uno slogan: “Meglio un cattivo PRG piuttosto che nessun PRG”. L’impegno preciso però era: “Lo sviluppo urbano della città deve avvenire in maniera organica, scongiurando e bandendo ogni tentativo di costruire a macchia di leopardo”. Detto fatto. Lo sviluppo urbano è avvenuto contravvenendo clamorosamente a tale principio; si è costruito a macchia di leopardo, non certamente nel rispetto dell’interesse collettivo.
Seguendo l’esempio di Roma, per la quale venne emanata una legge ad hoc per scoraggiare appetiti speculativi, si adottava lo strumento dei comparti. Manfredonia adottava il metodo dei comparti con un preciso impegno: le urbanizzazioni prima degli insediamenti. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti.
I comparti di Manfredonia trovavano molti ostacoli sul cammino delle realizzazioni. Il principe di tutti gli ostacoli erano le incombenti pressioni di coloro che avevano “forti” interessi per le “prelibatezze” del caso. Infatti il PRG di Righetti ha perso la sua reale fisionomia a causa delle numerosissime varianti. Varianti che non sono state funzionali alla crescita armonica della città e nell’interesse della collettività ma altro.
La nuova città, è sotto gli occhi di tutti: una “arlecchinata” che presenta notevoli problematiche che via via fanno emergere le perplessità sollevate dal progettista del PRG. ”Arlecchinata” provocata dall’assenza totale di vincoli, per lo sviluppo organico del territorio, che condizionassero modi e termini dei nuovi insediamenti abitativi.
A distanza di 13 anni circa, dalla emanazione della legge regionale 20/01, viene propinato alla città un nuovo strumento urbanistico: il PUG (Piano Urbanistico Generale). Nell’atto di indirizzo del PUG si afferma:”… i principi della partecipazione e della copianificazione espressi dalla L.R. 20/01 devono trovare applicazione sin dalle prime fasi di avvio del processo di formazione del PUG…”. “…L’atto di indirizzo è il documento che dà l’avvio al processo di costruzione del piano…”. Dichiarazioni che manifestano un preciso intento: un primo incontro, con lo scopo di fornire alcune linee guida alla città, seguito da diverse consultazioni, osservazioni, modifiche e integrazioni, per poi addivenire ad una proposta organica e condivisa. Niente di tutto questo, il PUG è già pronto per la realizzazione, così come lo hanno concepito altrove e non con l’effettivo contributo di idee.
Già dalla sua emanazione, la legge regionale n.20/01, presentava limiti applicativi. Problematiche che sono state superate dopo 4/5 anni con le circolari 1/2005 e 1/2006. Intanto a Manfredonia si continuava a costruire ottenendo approvazioni, dalla Regione Puglia, sulle innumerevoli varianti al PRG. Varianti che nel tempo snaturavano la struttura del PRG originale.
Dopo tre anni dalla emanazione delle circolari e 8 anni dal varo della L.R. 20/2001, nasce il DPP (Documento Programmatico Preliminare). Nel frattempo si è continuato a edificare con pesanti varianti al PRG.
I “Sipontini 5 Stelle” sollevano perplessità sulla procedurale adottata. Il DPP, “prima ricognizione del sistema territoriale comunale e delle sue risorse ambientali, paesaggistiche, insediative, infrastrutturali, del loro stato e dei rischi relativi, anche a partire dai quadri conoscitivi e dagli indirizzi e prescrizioni della pianificazione di area vasta”, avrebbe dovuto essere il documento da presentare alla cittadinanza per possibili pareri, suggerimenti, modifiche, integrazioni e quant’altro necessario per rivedere e riparare lo scempio che si consumava sul territorio. Niente di tutto questo, si è preferito approntare un PUG, fuori da un percorso di condivisione con la comunità locale ma all’interno del palazzo con tutti i nessi e connessi che da sempre hanno condizionato le scelte, specialmente in occasione di strumenti edificatori.
A distanza di 13 anni, dal varo della LR 20/01, i “gestori” del PRG s’accorgono dello scempio consumato sul territorio e vorrebbero riparare i danni con il PUG.
Dall’incontro pubblico, del 26/02/2014 a Palazzo dei Celestini, organizzato dal Comune di Manfredonia per la presentazione del PUG, si evince che la “frittata” è già pronta per essere consumata. Da Chi? Questo non è di dominio pubblico. Come non è di dominio pubblico conoscere i beneficiari delle aree “fronte mare” che acquisirebbero un altissimo valore commerciale se si erigessero “palazzi” che, oltretutto, oscurerebbero la vista del mare. Aree che, per dare valore al nuovo porto turistico, dovrebbero essere destinate a verde pubblico, in considerazione dell’eccessiva carenza di aree d’incontri e di intrattenimenti, in una città che si affaccia sul mare. Il fronte mare, del porto turistico costato circa 54 milioni di Euro, abbisogna di aree che valorizzino la struttura, con parchi a verde che favoriscano le frequentazioni di cittadini e turisti; non verrebbe certamente valorizzato con la presenza di palazzi che lo nascondono. Se a queste operazioni si considerano altre, come la trasformazione in appartamenti di una struttura alberghiera, sul lungomare di Siponto, per poi autorizzare al costruzione di un albergo, a 100 metri da quello trasformato, si capisce subito che qualcosa non quadra. Le solite operazioni che, così concepite, sollevano molte perplessità e non sembrano indirizzate a salvaguardare gli interessi generali della comunità, ma altro.
L’annoso problema della viabilità del Comune di Manfredonia è sotto gli occhi di tutti. La congestione del traffico, specie nei periodi estivi, è all’ordine del giorno. Con le bretelle stradali S2 e S3, previste dal PRG, si sarebbe superato in parte il problema di una città che assume sempre più l’aspetto della “casba”. Le bretelle S2 e S3, con innesti nell’abitato già esistente, erano state previste dal PRG per far defluire il traffico, alleviando l’atavico problema della viabilità cittadina.
I progettisti del PUG hanno scoperto che, la realizzazione delle bretelle stradali, utili a decongestionare il traffico, necessita della costruzione di ponti sui canaloni. Ponti lunghi e costosi che, oltretutto, dovrebbero attraversare aree su cui si è già costruito, grazie alle famose varianti. Per questo si è pensato bene di aggirare il problema creando una ulteriore strozzatura al traffico, realizzando una contorsione della bretella S2, deviandola sulla via già esistente per poi ritornare sulla originaria S2. La S3 viene totalmente abolita perché troppo costosa. Non erano questi i motivi per cui l’architetto Righetti sosteneva l’inopportunità di sviluppare la città verso la zona sud dell’abitato già esistente? Sarà questo il procedimento più idoneo per rendere più vivibile la città?
Gli stessi progettisti continuano a sostenere che i canaloni sono idonei ad espletare il ruolo di verde pubblico. Canaloni, infrequentabili per ovvie ragioni, diventati ricettacoli di rifiuti e quindi discariche abusive a cielo aperto. Come intendono risolvere tale problematiche, non è dato sapere.
Se poi dovessimo affrontare la questione “aree destinate a parcheggio” si va in confusione. Manfredonia conta circa 60 mila abitanti ed è attraversata, specialmente nei periodi estivi, da pesanti flussi di traffico e il PUG sembra ignorare tale problematica.
Il PUG, inoltre, che dovrebbe essere uno strumento di pianificazione totale del territorio e delle sue potenzialità, non affronta, per esempio, l’annoso problema degli abusivismi dell’intero territorio. Un abusivismo devastante, dilagato per la totale assenza di controlli e contrasti, che ha lasciato occupare, depredare e deturpare il territorio manfredoniano. Si è pensato forse a un condono “coatto”?
Altre considerazioni che l’architetto Righetti, progettista del PRG, sollevava erano: la zona archeologica e la cava foglia. L’espansione urbana di Manfredonia, verso sud, presenta un limite notevole: l’area archeologica che, se si intende portare alla luce, impedisce una ulteriore possibile estensione urbana futura. Poi c’è la “cava foglia”, una voragine prodotta dall’industria estrattiva, che presenta ulteriori problematiche per future urbanizzazioni.
L’allora sindaco Prencipe e suoi successori, senza scrivere una riga, sostenevano che, la “cava foglia”, non poteva e non doveva entrare a far parte dei comparti se prima, i proprietari, non avessero provveduto a rendere fruibile quell’area. Detto fatto. I proprietari della “cava foglia” hanno beneficiato di altre aree di pregio, partecipando alla partizione di aree di altri comparti, dove si è già edificato. In questo modo la “cava foglia” è rientrata nel patrimonio disponibile del Comune di Manfredonia. Praticamente un “osso” nella disponibilità dei cittadini dopo essere stato spolpato. Come intende risolvere il PUG tale annosa problematica? C’è di più, l’industria estrattiva, della “cava foglia”, circondata da moltissime abitazioni, continua la sua opera estrattiva provocando notevole disagio, ai cittadini che hanno acquistato e risiedono intorno alla cava, con inquinamento ambientale e acustico. Per tale attività estrattiva il Comune di Manfredonia percepisce qualche compenso? Dai piani finanziari del Comune di Manfredonia non si evidenziano entrate per tali attività.
Se, a tutto quanto esposto, in forma estremamente sintetica, aggiungiamo, il tentativo di creare un centro di raccolta rifiuti speciali e nocivi, proprio all’ingresso di Manfredonia, in un’area prospiciente una azienda casearia, la “cava foglia” e l’abitato di viale Michelangelo, si entra totalmente in confusione.
I “Sipontini 5 Stelle” sostengono che, il coinvolgimento dei cittadini, su scelte che determinano e condizionano gli sviluppi urbani di una comunità, non debba essere condizionato da uno strumento urbanistico come il PUG, già preconfezionato e pronto per l’attuazione. Se c’era la volontà di coinvolgere realmente i cittadini per tali scelte, si doveva partire dal DPP, approntato nel 2009, lanciando un concorso di idee anche Europeo, atto a intercettare energie, conoscenze e competenze avulse da possibili condizionamenti locali che tutti conosciamo.
I nostri amministratori, convinti europeisti, perseverano nell’adozione di metodi che, per i bisogni reali dei cittadini, fanno parte del patrimonio di una politica asfittica e obsoleta.
Comunicato Stampa Sipontini 5 Stelle
I cinque stelle non sanno nemmeno che il DPP del PUG è stato illustrato alla cittadinanza in ben tre incontri pubblici presso il palazzo dei Celestini nel lontano 2009. Purtroppo i contributi di idee richiesti sono stati quasi inesistenti, dimostrando un totale disinteresse per la pianificazione della nostra città.
Teniamoci il PRG. E’ meglio alimentare sospetti che cercare di salvare il salvabile….mah!
P.S. l’architetto redattore del PRG si chiama RICCHETTI.
Il fronte mare, del porto turistico costato circa 54 milioni di Euro, abbisogna di aree che valorizzino la struttura, con parchi a verde che favoriscano le frequentazioni di cittadini e turisti; non verrebbe certamente valorizzato con la presenza di palazzi che lo nascondono.
Aree Consorzio Agrario… cui prodest ?
Sipontini 5 stelle:chi siete? dove andate? cosa portate? si ma quanti siete? Un fiorino!!!
(cit.da “non ci resta che piangere” di Troisi-Benigni).
La città dei porti inutili e degli scempi, l’emblema sono il porto turistico e le barriere frangiflutti.
meno male che ci sono i ragazzi del 5 stelle che sono attualmente l’unica vera opposizione sia in parlamento che al comune
“La differenza tra un politico ed uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni lo statista alle prossime generazioni.”
Citazioni di Alcide De Gasperi …
L’esimio STATISTA De Gasperi, oggi, affiancherebbe ai politici ed al ruolo che svolgono, tanti altri aggettivi ……