Spesso ammirati, più spesso criticati, i maestri cartapestai del Carnevale di Manfredonia sono i veri mattatori delle sfilate. I loro personaggi di cartapesta lasciano gli spettatori a bocca aperta e naso all’insù, a chiedersi come facciano, questi artigiani, utilizzando colla, carta e intelaiature di filo metallico, a dar vita a simili spettacolari, immense creature. Siamo andati a trovarli nei capannoni dell’ex Aginomoto, luogo che nei mesi precedenti il carnevale diventa praticamente la loro dimora. Dal 2003 il Comune di Manfredonia ha messo a disposizione delle associazioni dei carristi questi grandissimi locali, e nello stesso anno sono nate quelle che oggi conosciamo come le associazioni dei maestri cartapestai. Le compagnie sono quattro: Gli Artisti della Cartapesta Sipontina, la Compagnia del Carnevale, Noi del Carnevale, e Non Solo Arte. I maestri dell’Associazione “Artisti della Cartapesta” sono Giovanni Aspro e Lino Palena, il primo autista dell’ASE e l’altro pensionato. Si dedicano all’arte della cartapesta da quasi quarant’anni. L’associazione è composta da sette elementi, più alcuni giovani volontari che collaborano. Il signor Aspro e il signor Palena tengono a precisare che negli anni passati hanno tenuto un corso di cartapesta all’IRAPL, seguito da tanti ragazzi, pochi dei quali, purtroppo, hanno continuato a lavorare alla realizzazione dei carri. L’Associazione “Noi del Carnevale” diretta da Gino Bordo, è composta da quattro elementi e da alcuni volontari. Bordo ha realizzato le prime opere in cartapesta nel 1969, quando il concorso per i carri non esisteva ancora, e ogni gruppo che sfilava era preceduto da una realizzazione in cartapesta, non grande come i carri attuali. Gino Bordo si occupa della manutenzione del Villaggio Ippocampo, ma anche lui nel periodo precedente Carnevale è principalmente impegnato a lavorare la cartapesta. Unica donna tra i cartapestai, Maria Grazia Muscatiello dirige l’assocazione “Non Solo Arte”. Figlia di manfredoniani emigrati a Roma, Maria Grazia torna a Manfredonia per amore, è sposata con un manfredoniano, e nei confronti del carnevale, dice, ha “un debito di gratitudine”, perché le attività carnascialesche le hanno permesso di esorcizzare la nostalgia della città dove è nata e cresciuta, appunto Roma. Diplomata alla scuola d’Arte, cominciò con gli abiti del Veglioncino dei bambini e l’ideazione di abiti per i gruppi e le scenografie, fino a concretizzare il sogno di creare un carro allegorico. Come tutti gli altri maestri, anche Maria Grazia cerca di avviare nuove leve che possano un giorno raccogliere questa importante tradizione, anche se – come tutti riconoscono – i neofiti disposti a impegnarsi nella costruzione dei carri sono sempre troppo pochi. Infatti, nella costruzione di un carro il lavoro non manca mai e le braccia sono sempre troppo poche. Esortiamo, dunque, le giovani generazioni a cimentarsi in questa esperienza, perché questa speciale forma di artigianato, divenuta così importante per la nostra città, e questa caratteristica del nostro Carnevale possano sopravvivere ed essere tramandate il più a lungo possibile.
Mariantonietta Di Sabato