Le polemiche sulla sanità che toccando un po’ tutte le varie e diverse scansioni che compongono il servizio sanitario nazionale, si arricchiscono, ma si fa per dire, della guerra dei numeri riguardanti le nuove assunzioni del personale medico e paramedico nelle Asl pugliesi. Assunzioni in parte già effettuate, in parte pronte per essere adempite, in parte annunciate. Tutto all’insegna “dell’emergenza finita” come ha proclamato l’assessore alla sanità regionale Elena Gentile. Un ciclone che ha lasciato sul campo distruzioni e morte per fortuna figurata: in sintesi 22 ospedali chiusi, 5 mila medici espulsi dal sistema. Un salasso senza precedenti che ha scombussolato un sistema costruito che aveva messo al centro la gente, l’ammalato, il servizio da prestare nel migliore dei modi ad intere popolazioni. Il dietro front frettolosamente messo in atto ha annullato il sacrosanto diritto alla salute di intere popolazioni solennemente sancito in nome del “risparmio” nazionale e dunque regionale. Una parola magica, risparmio, divenuta il comandamento per fare piazza pulita di un patrimonio di strutture e professionalità che hanno portato la sanità nazionale a capillari livelli di benefica operatività.
In questo contesto va ragionevolmente constatato che qualcosa o più di qualcosa è saltato sopra le righe. Ci sono state delle esagerazioni, degli approfittamenti, delle storture che hanno inciso ed appesantito la spesa sanitaria. Le cronache giudiziarie hanno dato conto e documentato parecchie delle indubbiamente tantissime altre storie niente affatto edificanti e che poco o nulla hanno a che fare con la sanità, quella volta all’assistenza dei pazienti. Storie scellerate che hanno finito per mettere in cattiva luce e dunque sotto accusa l’intero sistema sanitario. Di modo che a pagare, a rimetterci è l’ignara e povera gente che all’oscuro di tutto e senza alcuna colpa, si è vista dall’oggi al domani privata di un servizio quanto mai essenziale e che, va ricordato, ha salvato non poche vite umane. Anzicchè usare il bisturi per andare a colpire laddove era necessario, si è preferito fare di ogni erba un fascio e sconquassare la operatività della sanità e la serenità dei cittadini. Ventidue ospedali chiusi completamente oltre alle decine di reparti soppressi in tanti altri ospedali, e cinque mila medici mandati a casa non sono bruscolini da consumare con leggerezza. Forte anche se alla fine inutile, la caterva di polemiche e proteste anche popolari per quelle che, dai rispettivi punti di vista, sono state evidenziate come sperequazioni a danno di questa struttura e a vantaggio di quell’altra.
Le ragioni del riordino e del risparmio possono valere fino ad un certo punto. Tant’è che ora la Gentile dichiara “l’emergenza è finita, assumiamo il personale”. E qui si scatena la bagarre per il recupero da parte delle varie strutture ospedaliere, del maggior numero possibile di operatori.
E veniamo ai numeri. Il piano triennale operativo della Regione Puglia prevede 2.432 nuove assunzioni, così distribuite fra medici e infermieri per Asl provinciali: Bari 750; Taranto 410; Brindisi 280; Lecce 220; Foggia 149; BAT 112. Il resto andrà diviso fra le due aziende ospedaliere universitarie di Bari e Foggia e i due Irccs.
L’assessore Gentile ha fatto sapere che la Giunta regionale ha dato il via libera a 703 nuovi operatori sanitari, che vanno ad aggiungersi ai 445 deliberati nell’aprile scorso ma, è da ritenere, non assegnati. Complessivamente 1.148 tra medici ed infermieri che “andranno a ripopolare le corsie degli ospedali, i servizi di emergenza e i servizi territoriali”. L’assessore ha annunciato per maggio prossimo (prima del turno elettorale) l’assunzione di altri 800 operatori. E siamo a 1.948.
In una delle sue comunicazioni, Gentile ha annunciato per le 703 assunzioni (della 445 non si da notizia) la seguente suddivisione: Bari 418; Taranto 158; Brindisi 60; Lecce 29; Foggia 26; Bat zero. Una ripartizione che ha suscitato le irate reazione di Lecce che ha denunciato il palese “favoritismo”, e di Foggia anche se tiepida. Il consigliere regionale Giandiego Gatta oltre a contestare “la vergogna inaudita” del trattamento riservato alla Capitanata, ha lamentato “l’assenza dei consiglieri regionali di maggioranza della provincia”.
In una successiva comunicazione l’assessore ha spiegato come “Il territorio foggiano, registrando purtroppo un saldo negativo per la spesa del personale, ha tuttavia capitalizzato settantasette assunzioni comprese – ha evidenziato – le assunzioni assicurate nella prima tranche agli Ospedali Riuniti di Foggia”. Sarebbe stato opportuno una più articolata chiarezza. La Gentile ha però assicurato che “lo sforzo sarà sempre più orientato alla salvaguardia dei livelli di assistenza per i cittadini attraverso un confronto mai formale e soprattutto fuori dal ring delle competizioni di paese”.
Numeri e dichiarazioni accolti con sospetti e scetticismo (e timori) a Manfredonia dove si fa notare come l’ospedale, ad onta della sua valenza garganica, sia stato mal-trattato quanto meno rispetto agli altri ospedali della provincia, tanto da essere declassato e messo nelle condizioni di subire altri colpi. Ci si chiede, tra le tante rivendicazioni sostenute anche da mobilitazioni “paesane”, se fra quei numeri ce ne siano, e in che misura, anche per Manfredonia considerato che dei dodici reparti ancora operanti solo tre hanno un primario, mancano medici dirigenti, il Consultorio familiare funziona a scartamento ridotto e così via su questa china.
In compenso l’assessore Gentile annuncia che anche alla Puglia sarà garantito alle donne il diritto a “non soffrire” durante il travaglio del parto. Un privilegio al quale le puerpere manfredoniane avrebbero fatto a meno purché fosse concesso loro di far nascere i propri figli a Manfredonia.
Michele Apollonio
Si avvicinano le elezioni.Promesse che saranno(forse)mantenute come al solito:”AD USUM DELFINI”.Ma c’era una legge che prevedeva concorsi pubblici obbligatoriamente?Sono riusciti ad eliminarla?.
Il Nessuno si è chiesto come mai l’assessore Gentile abbia previsto solo 27 assunzione nell’ASL FG ? caro Michele Apollonio dei tre ospedali rimasti ” Manfredonia – SanSevero- Cerignola” , da dati che nessuno ti farà vedere , Cerignola all’organico al completo , San Severo e Manfredonia necessitano di personale sopratutto medico, in particolare Manfredonia come già detto più volte a soli due direttori di struttura un altro in attesa di rinnovo , quasi tutti le strutture sono sotto la responsabilità del direttore Sanitario facente funzioni, perchè è anche direttorre di struttura ,quindi ce un problema di compatibilità. Questo se ancora una volta non si è capito, è un altro duro attacco non solo all’ospedale ma tutta la città di Manfredonia da parte dell’assessore Gentile , che dovrebbe esssere al di sopra delle parti, in realtà fa di tutto per distruggere il territorio del Gargano. Dobbiamo agire tutti politici,sindacati , associazioni, e sopratutto la gente , non perpettiamo ad un solo soggetto di distruggere un intero territorio.