Il Coordinamento delle Associazioni di Capitanata e della BAT prende atto positivamente che il Governo, lo scorso venerdì 14 febbraio, con riferimento alle procedure di insediamento di impianti eolici nel nostro mare, “ha concluso che, in considerazione del significativo impatto paesaggistico che imporrebbero alla bellezza delle coste, essi non verranno realizzati”.
Esprimiamo quindi l’apprezzamento e la gratitudine dei cittadini e di tutte le 60 Associazioni culturali, ambientaliste e di categoria del Coordinamento ai 17 Sindaci dei Comuni, al Parco Nazionale del Gargano e a quei Consiglieri Regionali e Parlamentari che si sono adoperati contro l’eolico offshore nel mare del Golfo di Manfredonia e del Gargano, per aver fatto arrivare al Governo la voce univoca delle Istituzioni del Territorio.
E’ giusto ribadire la più veritiera delle affermazioni, cioè che la società civile e l’associazionismo, grazie all’azione del Coordinamento, sulla mobilitazione per dire “NO” all’eolico del nostro mare hanno dato prova del valore centrale e strategico che oggi riveste il tessuto sociale e la partecipazione dal basso nelle dinamiche che riguardano il futuro delle comunità locali.
Senza la mobilitazione delle Associazioni e dei cittadini non ci sarebbe stata una così ampia condivisione istituzionale sollecitata con determinazione e convinzione, né la necessaria attenzione del Governo.
Il Coordinamento delle Associazioni di Capitanata e della BAT auspica che le Amministrazioni Comunali debbano svolgere un ruolo attivo e non di semplice parere consultivo nella stesura delle nuove linee-guida sull’energia alternativa in genere e in particolare sull’eolico offshore che certamente il prossimo governo sarà chiamato a scrivere. Inoltre il Coordinamento di Capitanata e della BAT delle Associazioni osserva che in un Paese moderno e democratico è indispensabile che le regole nuove prima della stesura debbano essere discusse, condivise e quindi approvate rendendo partecipi non solo le Amministrazioni locali ma anche la società civile in particolar modo quando un impianto impatti così pesantemente sul Territorio.
Dobbiamo continuare, dunque, a vigilare, fino a quando l’intera partita non sarà conclusa e fare in modo che la politica non si dimentichi delle ragioni di questa sacrosanta battaglia di tutela ed autodeterminazione delle potenzialità naturali e paesaggistiche del nostro territorio, magari appena all’indomani delle prossime scadenze elettorali.
Inoltre c’è la vera sfida da mettere in campo, cioè l’attivazione di attività virtuose che facciano esprimere compiutamente al nostro mare il suo immenso valore storico, culturale e sociale, oltre che ambientale ed economico.
Coordinamento delle Associazioni di Capitanata e BAT