La Città di Manfredonia ha firmato con la Città di Venezia, nei giorni scorsi, un accordo importante e di respiro internazionale con l’obiettivo di sviluppare strategie comuni per attività di valorizzazione e di tutela dell’ambiente marino e della sua popolazione, come i cetacei e le tartarughe.
Si chiama NETCET il progetto in questione, ideato e partito proprio dalla città lagunare veneta, che si prefigge di “migliorare la cooperazione e rafforzare i rapporti tra le città impegnate nella tutela delle tartarughe marine e dei cetacei in tutto l’Adriatico”.
Il presupposto è che non si può fronteggiare singolarmente, Stato per Stato, il rischio d’estinzione nel quale incorrono cetacei e tartarughe marine, “alla luce della natura migratoria di queste specie e della responsabilità congiunta dei Paesi che si affacciano sull’Adriatico, diventa essenziale una collaborazione per pianificare strategie a lungo termine volte all’effettiva tutela di queste specie”, dice il documento sottoscritto.
“Ci sentiamo in perfetta sintonia con una serie di città ed enti che sono partecipi del progetto, in questa vera e propria rete a livello europeo, sulla necessità improcrastinabile di preservare le specie marine che altrimenti potrebbero davvero estinguersi. Importante diventa, in questo caso, la collaborazione che sarà prestata dalla nostra marineria”, afferma l’Assessore alle Risorse del Territorio, Antonio Angelillis.
Con la firma del “Memorandum of Understanding”, ovverosia del protocollo d’intesa, Manfredonia si trova accanto a Venezia, Pescara, Numana, tra quelle italiane, ma anche accanto a città croate come Pola, montenegrine come Kotor, o anche slovene. Tutte insieme per sensibilizzare la popolazione e per ridurre i pericoli nei quali possono incorrere le specie in questione.
C’è un dato riferito dal WWF, tra i partner del progetto, che lascia riflettere: ogni anno nel mare Adriatico più di 11.000 tartarughe vengono catturate, accidentalmente, quasi sempre con reti a strascico, palangari e reti da posta. Alcuni di questi animali sono trasferiti con successo presso i centri di recupero, ma ovviamente quest’operazione non è possibile e non avviene per tutte le migliaia di tartarughe catturate. In molti casi, però, il ricovero non sarebbe nemmeno necessario ed i pescatori potrebbero salvare abbastanza facilmente le tartarughe. Questo è il motivo per cui il progetto è volto ad informare il maggior numero possibile di pescatori su cosa fare quando si cattura accidentalmente con le proprie reti una tartaruga o un cetaceo.
“La Città di Manfredonia ha voluto aderire al progetto NETCET – chiosa il Sindaco Angelo Riccardi – per sviluppare una serie di azioni tese a sensibilizzare tanto la cittadinanza in generale, quanto la categoria professionale a più stretto contatto con il mare: i nostri pescatori. Una maggiore attenzione all’ambiente in cui viviamo, la tutela del nostro mare e la sua preservazione, portano ricadute positive per il territorio, per chi ci vive, per chi ci lavora e per chi viene a visitare la nostra città apprezzandone le peculiarità”.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia
Che coraggio, prima fanno chiudere il Centro di recupero delle tartarughe, non aprono il museo del mare, fanno fallire il mercato a ittico e poi dichiarano che sono a favore dell’assistenza dei cetacei e delle tartarughe. Che vergogna, non hanno più la faccia, anzi la faccia ce l’hanno , tosta…..