Vivevano in condizioni di schiavitù costrette a subire soprusi quotidiane da parte di un padre-padrone. Un ritratto familiare a di poco agghiacciante: donne picchiate in stato di attesa, bambine costrette ad assistere a vere e proprie violenze sessuali subite dalla mamma. Due storie che si incrociano per la brutalità e per le bruttezze degli uomini consumatesi tra le mura di casa. La prima ha portato all’arresto in flagranza di reato Nelu Gorean, cittadino rumeno, 37 anni, bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Durante la notte è giunta sul 112 la telefonata di una ragazzina che piangeva perché il padre stava picchiando la madre. Quando i Carabinieri sono giunti presso l’abitazione hanno trovato una scena agghiacciante: una donna priva di sensi che giaceva a terra ed Gorean che continuava a picchiarla con un manico di scopa. Anche dopo che i militari hanno allontanato con la forza l’uomo dal corpo della donna, lo stesso non ha smesso di avventarsi su di lei. La donna è finita in ospedale con 10 giorni di prognosi ed indagini più approfondite hanno permesso di scoprire che anche la figlia minorenne subiva regolarmente analoghe violenze a quelle subite dalla madre. Il quadro della vicenda è fin troppo cruento: madre e figlia hanno taciuto a lungo per paura di violenze ancora maggiori e ritorsioni, dato che erano state anche più volte minacciate di morte se mai avessero osato farne parola con qualcuno. La donna e la ragazzina di anni 14 vivevano ormai da anni in condizioni di semi schiavitù, il loro aguzzino mandava la moglie a lavorare come bracciante agricola e la figlia per svolgere piccole commissioni. Proprio per questo motivo sembrerebbe essere scaturita la più violenta delle liti; il padre aveva ordinato di andare a comprare le sigarette alla figlia in piena notte al distributore ed, al rifiuto della ragazzina che aveva paura della strada buia da percorrere fino al distributore, è scattato il raptus di follia.
Per un tragico scherzo del destino la stessa notte è giunta sul 112 una telefonata analoga; i militari sono intervenuti in soccorso di una famiglia italiana, traendo in arresto Domenico Sinesi, cerignolano, di anni 37 anni, già noto alle forze dell’ordine, per i medesimi reati di maltrattamenti in famiglia, violenza, minaccia, atti persecutori e lesioni personali. Questa volta l’evento che ha spinto la vittima a denunciare i fatti è stata una violenta aggressione consumata mentre la donna teneva in braccio la figlia nata da 25 giorni. Quando ha chiamato in sua difesa la sorella ed il padre, gli stessi sono stati aggrediti e picchiati dal marito della donna. Sembrerebbe che la relazione fosse caratterizzata da alti e bassi con i più cruenti episodi di violenza verificatisi durante la gravidanza ed in prossimità della nascita dei figli; simili esplosioni di violenza si sono consumate all’arrivo del primogenito ormai un bimbo di 7 anni e dopo l’arrivo della bimba secondogenita. L’uomo era incapace di controllarsi e di garantire un ambiente familiare sano, tanto che all’intervento dei familiari della vittima ha aggredito anche loro sostenendo che a casa sua era lui il padrone.