Giuseppe Iacobazzi (nella foto), 35 anni, e la moglie Daniela Seccia, di 32 anni, sarebbero i componenti del commando che ieri mattina ha tentato di uccidere il 32enne Giacomo Perrone, tutti di San Severo, ferito nella sua auto mentre si trovava in sosta davanti al Teatro comunale. Li hanno bloccati i carabinieri della locale compagnia dopo serrate indagini scattate per dare un nome e un volto agli autori dell’agguato. Secondo l’accusa, Iacobazzi, figlio del pentito Paolo, agli arresti per la stessa vicenda, e la consorte, sarebbero giunti a bordo della loro auto nella zona del Teatro (alla guida del mezzo ci sarebbe stata la donna). Iacobazzi sarebbe sceso dalla macchina e avrebbe esploso sei colpi di pistola cal. 6.35 contro la vittima ferendolo in modo lieve, per poi darsi alla fuga mentre la vittima si recava in ospedale per farsi medicare. Sequenze immortalate dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza e su cui hanno operato gli investigatori. Iacobazzi è in carcere mentre la donna è stata posta ai domiciliari nella sua abitazione di via Carli, il condominio “Far West”, teatro di una faida con protagonista la famiglia Iacobazzi.
Quello subito da Perrone sarebbe il terzo agguato messo in atto dai Iacobazzi e dai suoi “soci”. Iacobazzi e la moglie furono arrestati nel maggio scorso insieme ad altro quattro persone – tra cui i genitori dell’uomo – nell’ambito dell’operazione “Fortapasc” condotta dagli agenti della squadra mobile di Foggia e dai colleghi del commissariato di San Severo, per far luce su numerosi episodi criminosi avvenuti nel condominio della discordia. Nella fattispecie, il 14 dello stesso mese, Iacobazzi e il cognato Vittorino Padulo, 32 anni, insieme a un minorenne denunciato a piede libero, avrebbero esploso con un fucile a canne mozze e una pistola, numerosi colpi contro il portone dell’abitazione di Perrone. Episodio che si aggiunge all’indagine iniziata il 4 aprile 2012, quando gli indagati insieme a Paolo Iacobazzi e altri familiari, tesero un altro agguato a Perrone esplodendogli contro diversi colpi di pistola per poi investirlo dopo essere saliti su una Fiat “500”; successivamente lo presero a calci.
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Capitanata