COSTRUIRE UNA EFFICIENTE SANITÀ TERRITORIALE CON LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI DIFENDERE CON TUTTE LE FORZE L’OSPEDALE DI MANFREDONIA NO AL DECLASSAMENTO, SÌ AL RIPRISTINO E VALORIZZAZIONE DEL “SAN CAMILLO” COME STRUTTURA OSPEDALIERA INTERMEDIA PER MIGLIORARE I SERVIZI E LE PRESTAZIONI SANITARIE SULLA BASE DELLE ESIGENZE DELLE COMUNITÀ LOCALI E CON LA LORO PARTECIPAZIONE
Lavoro&Welfare esprime solidarietà e vicinanza, plauso ed adesione all’iniziativa di informazione e mobilitazione che un gruppo di donne “spontaneamente” da settimane stanno portando avanti in Piazza del Popolo, raccogliendo firme contro la chiusura di fatto dell’ospedale di Manfredonia.
Queste donne si stanno rimboccando e sporcando le mani, impegnandosi in modo gratuito per difendere il diritto alla salute ed alla qualità di vita del nostro territorio (soprattutto dei ceti sociali e delle persone più deboli).
Così si dimostra concretamente amore per la nostra comunità ma anche il grande valore della partecipazione diretta e personale dei cittadini nello stimolare le conoscenze e le istituzioni.
Occorre attivarsi con tutte le proprie forze a difesa dell’ospedale, consapevoli che la tutela della salute dei cittadini, specie dei più deboli, è un bene vitale e primario costituzionalmente garantito, non può essere realizzata se non c’è un’organizzazione sanitaria, strutture e servizi qualitativamente ed umanamente fondati, se non c’è un valido ed efficace ospedale.
Il declassamento del presidio ospedaliero di Manfredonia, da ospedale intermedio ad ospedale di base, ha portato e porta “naturalmente” alla dequalificazione dei reparti e servizi sanitari ed alla loro chiusura. La mancanza dei primari poi aggrava ancor più la situazione perché porta di fatto ad una dequalificazione complessiva dell’ospedale che gradualmente allontana sempre più i cittadini.
È un circolo vizioso che si è messo in atto: il declassamento (formale) dell’ospedale San Camillo porta naturalmente alla sua dequalificazione, la quale a sua volta allontana ancor più i cittadini, allontanamento che ridimensiona la qualità e le quantità dei servizi ospedalieri, riproducendo ulteriore dequalificazione. La responsabilità è chiaramente della Regione Puglia e della Direzione Generale Provinciale dell’ASL, sorde finora alle istanze ed ai bisogni sanitari che da tempo la comunità e le istituzioni locali hanno evidenziato.
NO, quindi, al declassamento; SI al ripristino ed alla rivalorizzazione dell’ospedale San Camillo come struttura ospedaliera intermedia, come è sempre stata, sin dalla sua nascita.
Deve essere assolutamente riconsiderata e revocata la decisione adottata dalla Regione Puglia di declassare l’ospedale.
Perciò occorre una mobilitazione forte e continua della cittadinanza e delle istituzioni, delle forze politiche e sociali senza differenze partitiche, dell’associazionismo e del volontariato affinché la Regione Puglia ritorni sulle sue decisioni sbagliate, ingiuste, diseguali territorialmente, calate sulla testa e contro la comunità.
Nessuno carro vincitore per i politici o associazioni varie, magari nu carr d zeppepe a loro! Che stavano permettendo tutto questo ! Devastazione dei diritti dell ammalato! Se noi cittadine continueremo sara solo per merito di chi da lassù ci darà la forza di tener testa a chi non presentandosi alla manifestazione cercherà di declassarci con tutte le forze! A costoro voglio dire :mi troverete sotto i vostri balconi, non ci daremo tregua fing quando non t
Brave. Io ho firmato la petizione. Firmatela tutti, manfredoniani e non.
Facciamo sentire una buona volta. Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Mattinata, Zapponeta e via dicendo, non meritano il declassamento del nostro Ospedale!!! Ricordiamoci, comunque, di queste cose quando saremo chiamati alle urne elettorali!!!!
Dove eravate finora tutti….associazioni politici,partiti..ora volete salire sul carro dei vincitori…spero non sia troppo tardi!!