Il balletto dei commissari delle Autorità portuali

Le Autorità portuali d’Italia, ad onta del ruolo accreditato loro tanto importante quanto delicato e dunque professionalmente rilevante, si sono rivelate un pozzo di contraddizioni, di paradossi, di casi incredibili di leggerezze che si sono ripercosse sulla operatività dei porti interessati. E non ci riferiamo solo al caso di Manfredonia indubbiamente tra i più incredibili che ha fatto il giro non solo della penisola (da otto anni retto da ben due commissari che non sono riusciti a “rilanciare” un porto dagli stessi commissari definito dalle grandi potenzialità).

L’ultimo episodio in ordine di tempo prende le sembianze di un sciarada dal sapore amaramente faceto. Lo scenario, suo malgrado, è quello del porto di Cagliari. Ebbene: il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, ha dichiarato decaduto il commissario a quella Autorità portuale, Piergiorgio Massidda. E fin qui nulla da eccepire se non fosse che quest’ultimo intervento del Ministro non è che l’atto finale di un squallido balletto che ha visto Massidda passare da presidente a commissario di quella Autority per finire esautorato completamente.

Andiamo con ordine. Piergiorgio Massidda è un ex parlamentare di Forza Italia dirottato a  presiedere l’Autorità portuale di Cagliari. La sua qualifica professionale è quella di medico, specializzazione tanto prestigiosa ma che poco ha che fare con la portualità, anzi non ci azzecca affatto. Ed questo il rilevo che il docente universitario di diritto della navigazione, Massimo Deiana, ha posto al Tribunale amministrativo per chiederne l’annullamento della nomina per mancanza dei requisiti richiesti dalla legge. Cosa che puntualmente è avvenuta. E il Ministro Lupi cosa fa? Recepisce la sentenza del TAR, destituisce Massidda da presidente, ma subito dopo lo crea commissario, qualifica che evidentemente viene ritenuta intoccabile (vedi Manfredonia). Seguono altri ricorsi incrociati fino ad arrivare al Consiglio di Stato che ha messo fine alla disputa sentenziando che il medico Massidda non ha i requisiti minimi professionali per fare né il presidente né il commissario dell’Autority portuale.

Le considerazioni che la vicenda innanzi sintetizzata sollecita sono tante e molto spiacevoli e penosi: a parte lo spreco di denaro pubblico, è da deplorare il modo di fare clientelare e assolutamente sprezzante di quella professionalità che incarichi tanto impegnativi esigono, il diabolico perseverare negli errori, l’indifferenza verso i danni che il porto ha dovuto subire.

E malauguratamente quello di Cagliari non è il solo esempio. Una interpellanza presentata da deputati del M5S, ha citato i casi tra i più eclatanti di Napoli, La Spezia, del Nord Sardegna, fino a quello di Manfredonia dove i commissari sono due (uno occupa anche uno scranno al consiglio comunale) con tutto quello che la cosa comporta in danno dell’operatività del porto precipitata pressochè all’immobilismo.

Non è dato sapere se per il caso Cagliari l’intervento riparatore del Ministro Lupi sia conseguenza dell’interpellanza: se così fosse c’è da aspettarsi che qualcosa avvenga anche per Manfredonia, quanto meno per dimezzare, per quello che può valere, i commissari: non ne basta uno? E’ emblematico che Lupi ha risolto l’impiccio di Cagliari nominando commissario dell’AP il comandante del porto di Cagliari, Vincenzo De Marco.

E’ certo che per venire a capo della situazione di Cagliari, determinante è stato l’esposto di un esperto in materia in possesso dei requisiti richiesti dalla legge e ribaditi dal Consiglio di Stato. Un precedente che fa giurisprudenza, se mai occorresse, che apre a specifiche professionalità e dunque ad una maggiore serietà anche in quel delicato settore in grande fermento. Il Ministro Lupi intenda e provveda.

Michele Apollonio