Pubblichiamo l’intervento del ministro Orlando su risanamento ambientale, sostenibilità e sviluppo economico al Convegno organizzato da Legambiente: ‘Bonifica dei siti inquinati, chimera o realtà’?
Ho letto con attenzione la severa premessa al dossier di Legambiente, che ricostruisce con dovizia di particolari la situazione dello stato delle bonifiche in Italia, ponendo l’accento su problematiche irrisolte e responsabilità diffuse, molte delle quali riconducibili – secondo gli autori del documento – alle gestioni passate del Ministero che presiedo.
È un quadro circostanziato e ricco di cifre, una fotografia aggiornata – è bene sottolinearlo – a marzo 2013 ovvero a circa un mese prima del mio insediamento.
Riguardo alla problematica dei siti contaminati non nego di aver riscontrato fin da subito una situazione critica, dentro la quale convivevano percorsi avviati e altri pericolosamente stagnanti, contrassegnati da dilazioni, rimandi, iniziative timide, quando non silenzi e apparente immobilismo.
Proprio per questo il tema delle bonifiche è divenuto fin da subito una delle priorità all’interno della mia agenda, nella consapevolezza che non vi sia una ricetta semplice o un modello unico da applicare, ma che si tratti di un problema complesso, composto da una molteplicità di situazioni differenti – sebbene col tratto comune del mancato rispetto delle norme di tutela ambientale e della salute – che necessitano di strategie specifiche e di interventi mirati.
Sono convinto che si tratti di un cammino lungo, faticoso, una battaglia non semplice nella quale riversare energie e risorse, perché vincerla significa non solo risolvere uno dei problemi ambientali più critici del nostro Paese ma anche offrire occasioni di ripresa e nuove opportunità a territori finora penalizzati.
Una sfida che abbiamo raccolto spingendo lo sguardo al di là delle emergenze di oggi e avviando percorsi di ampio respiro, in grado di stimolare nuovi investimenti e invertire il destino di queste aree, affermando modelli di sviluppo fondati sulla sostenibilità e l’innovazione ambientale.
In questa ottica abbiamo messo in campo una strategia articolata, puntando sull’utilizzo di strumenti normativi, amministrativi, finanziari, che ci ha permesso di imprimere una forte accelerazione alle procedure di bonifica dei SIN.
Mi sembra giusto oggi richiamare quello che è stato fatto in questi pochi mesi ma anche dar conto di quello che ancora rimane da fare, alla luce delle considerazioni emerse nel corso dei lavori di questa mattina.