Giovedì 21 Novembre 2024

Manfredonia ieri, oggi, domani

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La mostra della ricca serie di elaborarti tecnici riferiti ai nuovi rilievi della forma e della struttura del centro storico di Manfredonia, ha suscitato grande interesse tra la folla di cittadini che si sono recati nel chiostro di Palazzo San Domenico per visitarla. Un evento non fine a sé stesso ma che proietta Manfredonia nel futuro. Il laborioso lavoro compiuto è infatti il primo passo per la definizione di regole per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio della città dentro le mura. Un’opera avviata nel 2010 dall’Ufficio di Piano del Comune con la collaborazione degli architetti Antonello D’Ardes, Roberto Russo, Ciro Salvemini, Stefania Fortuna con la consulenza scientifica del professor Leonardo Rignanese dell’Università di Bari, e completato dall’assessore all’urbanistica Matteo Clemente, un esperto urbanista “prestato” al Comune di Manfredonia dalle Università “La Sapienza” di Roma e di Perugia per realizzare gli opportuni interventi sull’assetto del territorio.

 Professor Clemente, un lavoro alquanto impegnativo per rimettere ordine in una città che nel tempo ha subito non pochi interventi che ne hanno in qualche modo alterato il suo originario impianto. 

Manfredonia ha una storia singolare e straordinaria. È una città fondata nel XIII secolo, con una cinta muraria che verrà saturata solo alla fine dell’ottocento, con un tessuto urbano a maglia regolare. Una storia di fasi alterne di declino e prosperità, dagli angioini, agli ordini mendicanti, agli aragonesi, all’invasione turca, alla ripresa ottocentesca, fino alla modernità. Il centro storico è stato fortemente inciso dalle trasformazioni degli anni settanta, che hanno reso possibile la costruzione di palazzoni moderni nel tessuto storico. Le mura di cinta ed i torrioni sono stati quasi del tutto inglobati e occultati in tessuto edilizio e da edifici di bassa qualità. Nonostante la presenza di numerosi interventi spuri della modernità, sono tuttavia ancora ben riconoscibili i caratteri tipologici, stilistici e decorativi degli edifici storici.Centro storico di Manfredonia

La mostra presenta la parte iniziale di un lavoro che si annuncia alquanto lungo.

La mostra riguarda il rilievo critico della città entro le mura e racconta un lavoro accurato e approfondito, in cui sono stati ricostruiti i fronti urbani, le piante degli edifici, la forma urbana, i tipi edilizi. La tutela e il recupero devono necessariamente partire dalla conoscenza e dal rispetto dell’esistente. Non ci può essere salvaguardia e recupero senza il preventivo riconoscimento dei valori da tutelare. E’ in fase di elaborazione il Piano vero e proprio che traccia le linee guida per la conservazione e la tutela del centro urbano attraverso norme e regole ma anche indirizzi operativi di “buone pratiche”.

Quali sono le finalità del Piano?

Il Piano consentirà di esprimere un giudizio anche critico sulle trasformazioni urbane incongrue, ma avrà attenzione per le piccole modifiche quotidiane, che vengono effettuate sul tessuto edilizio. Le facciate degli edifici sono invase da apparati tecnologici, cavi elettrici, impianti di ogni genere; gli edifici presentano piccole e grandi superfetazioni; non c’è un criterio univoco per le insegne dei negozi, per il colore degli edifici, per l’uso degli spazi pubblici, o prescrizioni che regolino l’uso di materiali e oggetti di arredo urbano. C’è insomma un gran disordine. Prioritari sono i temi dell’adeguamento sismico ed igienico-sanitario.

Un gran movimento che produrrà ritorni economici?

Recuperare e tutelare non vuol dire “musealizzare” i centri storici, ma operare all’interno di criteri stabiliti, che rispettino e riconoscano i caratteri tipologici  e i valori architettonici e storici degli edifici. Il recupero del centro storico sarà pertanto una occasione per la città di investire energie e risorse economiche pubbliche e private creando possibilità di lavoro e occupazione.

Manfredonia si è notevolmente espansa ben oltre il centro storico: c’è un raccordo tra la “vecchia” urbanistica e la moderna?

Il centro storico di Manfredonia ha una maglia a scacchiera e una “forma” urbana fortemente riconoscibile: la prima maglia disegnata all’atto della fondazione è stato il tracciato regolatore seguito nella costruzione della città per sette secoli. Come un codice scritto nel DNA urbano, la regola dell’isolato, del blocco edilizio disposto in una scacchiera regolare, ha improntato l’espansione della città novecentesca, anche oltre le mura, per decenni.

Ad un certo punto, però, già con la nascita dei quartieri delle 167, la forma del tessuto urbano diviene libera e autoreferenziale, fino alle recentissime espansioni residenziali. La forma urbana dei comparti appena costruiti è quella di una città di palazzine isolate, di lotti privati con recinto, che negano lo spazio pubblico e la possibilità di relazione e partecipazione.

A partire da questa riflessione sul centro storico, dovremo trarre spunti ed utili riferimenti per immaginare un nuovo disegno urbano per la città di espansione, basato sul modello insediativo di città compatta, con servizi al piano terra aperti sullo spazio pubblico, dove una comunità vibrante di cittadini possa ritrovarsi e partecipare alla vita pubblica.

Michele Apollonio

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