Un miliardo e 75 milioni di ore in cassa integrazione sono costate a 515 mila lavoratori 4,125 miliardi di euro: 8 mila euro in meno in busta paga per ogni dipendente. E’ quando emerge dalle rilevazioni della Cgil sull’intero 2013: un tale mole di ore che porta il totale dall’inizio della crisi nel 2008 a più di 5,4 miliardi di ore in Cig.
I numeri, per il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, descrivono “un sistema produttivo letteralmente frantumato per un verso dai colpi della crisi e dall’altro dal non aver messo in campo misure per invertire la tendenza. Il tutto mentre questa situazione si riversa con violenza sulla condizione di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che, entrando nel settimo anno di crisi, versano in una condizione di grandissima sofferenza”. Per Lattuada serve quindi “un netto cambio di passo, l’avvio di un’opera di vera e propria ricostruzione che metta al centro, prima ancora delle regole, interventi che favoriscano processi di riorganizzazione generale dell’economia e della produzione”.
Le ore di cassa integrazione complessive, richieste e autorizzate lo scorso anno, risultano essere il terzo peggior risultato dall’inizio della crisi. Con 1.075.862.355 di ore (-1,36% sul 2012), il 2013 si piazza al terzo posto dietro al 1.090.654.222 di ore richieste l’anno precedente e al dato record raggiunto nel 2010, anno d’introduzione della casse in deroga, pari a 1.203.638.249. Nel dettaglio, scorporando le ore di cassa integrazione tra ordinaria (cigo),
straordinaria (cigs) e in deroga (cigd), questi i numeri segnati lo scorso anno: 343.544.183 per la cigo (+2,37% sullo stesso periodo del 2012), 458.897.124 per la cigs (+14,64%), 273.421.048 per la cigd (-22,93%). Rimane quindi senza variazioni la richiesta media di ore pari a 80/90 milioni di ore al mese per l’intero 2013, costante a partire da gennaio 2009, così come elevata l’incidenza delle ore di cig per lavoratore occupato nel settore industriale pari in dodici mesi a 157 ore per addetto. Numeri che per l’intero sistema produttivo si traducono in una perdita secca – secondo la Cgil – di oltre 134,4 milioni di giornate lavorative per l’intero anno trascorso.
In particolare, è continuata anche a dicembre la crescita del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Nel corso del 2013 sono state 6.838 per un +10,45% sul 2012: nello specifico si registra un forte aumento dei ricorsi per crisi aziendale (3.829 decreti per un +11,08% sullo stesso periodo del 2012) che rappresentano il 56% del totale dei decreti. Diminuiscono le domande di ristrutturazione aziendale (218 per un -9,17%) e quelle di riorganizzazione aziendale (248 per un -7,46%). “Gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire nel 2013 e rappresentano solo il 6,81% del totale dei decreti. Un segnale evidente del progressivo processo di deindustrializzazione in atto nel Paese”, segnala lo studio Cgil.
Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti dai processi di cassa nel 2013, considerando un ricorso medio alla cig pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (26 settimane), sono risultati essere 1.030.519 i lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 52 settimane lavorative, si è determinata un’assenza completa dall’attività produttiva per 515.260 lavoratori, di cui 200 mila in cigs e 130 mila in cigd.
da www.repubblica.it