Personale dipendente della locale Squadra di Polizia Giudiziaria, coadiuvato da personale del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce, ha tratto in arresto Armillotta Matteo, sessantacinquenne sipontino, resosi responsabile di detenzione di esplosivo, reato previsto e punito dall’art.lo 2 della legge 2 ottobre 1967, n. 895.
Nei giorni scorsi giungeva sul 113 segnalazione anonima da parte di una persona di sesso maschile che comunicava di aver assistito ad un episodio di spaccio di sostanze stupefacenti in località Scalo dei Saraceni; l’anonimo asseriva che l’acquirente era tale Armillotta Matteo, persona molto conosciuta nel villaggio turistico sipontino, in quanto ivi gestisce un’attività commerciale, interrompendo poi immediatamente la conversazione.
La Squadra di Polizia Giudiziaria intraprendeva attività info-investigativa volta ad accertare la veridicità della segnalazione; tra l’altro i medesimi poliziotti stavano già investigando su un’annosa diatriba in atto presso lo Scalo dei Saraceni, ove da tempo vi è un furioso scontro fra gli appartenenti ad un cosiddetto “super-condominio”, costituito da numerosi singoli condomini dei residence ivi ubicati, sfociato in molteplici esposti anonimi giunti presso il Commissariato.
Proprio alla luce di tali segnalazioni anonime si intensificavano in loco sia l’attività di prevenzione che quella di repressione dei reati, per scongiurare l’escalation di recenti intimidazioni fra i gruppi contendenti, sfociate in denunce in stato di libertà per detenzioni di munizioni o droga a carico delle persone attenzionate.
Qualche giorno addietro giungeva in Commissariato un ulteriore esposto anonimo riguardante lo Scalo dei Saraceni ed, in un tratto di esso, si narrava dell’imminente preparazione di un cruento attentato dinamitardo da effettuarsi nei confronti di una delle persone che gestiscono il villaggio; nell’esposto erano riportati anche i nomi dei potenziali organizzatori, fra i quali proprio quello di Armillotta Matteo.
Alla luce della notizia pervenuta e soprattutto per la sua gravità, il personale investigante organizzava una serie di perquisizioni a carico di molti personaggi citati nell’esposto, per scongiurare che, qualora l’indicazione fosse stata veritiera, l’attentato potesse essere attuato.
Dopo alcune perquisizioni effettuate con esito negativo, i Poliziotti si portavano presso l’abitazione di Armillotta Matteo. L’atto è stato esteso ad un’abitazione di pertinenza dello stesso, ove veniva rinvenuta sostanza stupefacente del tipo marijuana ed hascisc, di cui un ragazzo ne confermava il possesso per uso personale.
La perquisizione a carico di Armillotta Matteo veniva estesa all’attività commerciale da lui gestita ove all’interno della toilette del Bar, occultato dietro la ceramica della base del lavandino, confezionato in un “salsicciotto” pari ad un peso di chilogrammi 2,100, veniva rinvenuto materiale esplosivo denominato EXEM 100. L’esplosivo molto pericoloso ha una potenza di deflagrazione capace di raggiungere 5500 metri al secondo, così come attestato nella relazione del Nucleo Artificieri della Polizia di Stato di Bari immediatamente fatti sopraggiungere. Gli specialisti della Polizia asserivano che il citato esplosivo è molto letale, di difficile trasporto, stoccaggio e manipolazione: sarebbe potuto esplodere se esposto a calore intenso, urti violenti, attrito o scarica elettrica.
L’esplosivo veniva rinvenuto, tra l’altro nella sua custodia originale, di cui il perquisito non riusciva a dare contezza; Armillotta Matteo veniva quindi condotto in Commissariato e tratto in arresto per la detenzione del materiale esplosivo.
Del tutto veniva data immediata comunicazione al P.M. di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Foggia, Sostituto Procuratore Dr.ssa Rosa Pensa che disponeva l’accompagnamento, presso la Casa Circondariale di Foggia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, mentre il micidiale esplosivo sottoposto a sequestro veniva preso in carico dal personale del Nucleo Artificieri della Polizia di Stato per lo stoccaggio in luogo sicuro ed idoneo.
La giusta punizione: (CENSURATO)