Hotel Daniele, Cicolella, Apulia, Svevo, Riviera, San Michele, Santa Maria, del Golfo… Alla lista degli alberghi di Manfredonia che hanno chiuso i battenti si aggiungerà definitivamente l’Hotel Gargano, oggetto di riqualificazione “civile”. Pare che gli elefanti provino un’emozione molto intensa quando toccano con la proboscide le ossa dei loro antenati. A scorrere le foto fino agli anni cinquanta, salta all’occhio una cittadina elegante e signorile (il paradosso apparente è che 9 su 10 dei suoi abitanti erano contadini e pescatori). Il primo e più prestigioso dei pachidermi fu l’Hotel Daniele (1912) in Piazzetta Mercato, con la sua facciata liberty e la vista sulle antiche mura, abbattuto nel 1973 perché pericolante, in un’epoca in cui era incrollabile la fiducia che il progresso fosse un’unica colata di cemento. Non si pensava certo a recuperare edifici di pregio architettonico. In anni recenti, nel 2008, ci ha pensato – ma solo pensato – una legge regionale a difendere il valore intrinseco di questi manufatti contemporanei che, per inciso, servirebbero ad ospitare turisti… Ma, almeno nei sogni di ogni costruttore, il manfredoniano ha bisogno di case, case e ancora case. Che poi, se è pur vero che l’economia di questa città si muove solo col mattone, le case rappresentano l’investimento in assoluto più miope. Sorte che toccò all’Hotel Apulia (Via di Vittorio), nato negli anni settanta per poi essere destinato ad abitazioni e ai locali prima di un mobilificio e poi dell’INPS. Senza alcuna attenzione alla funzione collettiva di certi edifici, nonché privi di rotta e timone in materia di turismo, il Consiglio Comunale del 10.12.2009 deliberò per l’Hotel Riviera (Lungomare del Sole, Siponto), in gestione deficitaria, l’eliminazione del vincolo turistico-alberghiero e il cambio di destinazione d’uso per abitazioni civili. La proprietaria dell’Hotel Gargano (già di Antonio Pesante), la S&V Srl dei soci Salvatore e Vincenzo Pietropaolo e Domenico Ricucci, aveva avanzato istanza nel 2008 per costruirvi una quarantina di appartamenti a schiera. Nella stessa seduta del Riviera, tuttavia, il Consiglio rinviò per il Gargano demolizione e cambio di destinazione “all’esame e studio in sede di redazione del documento definitivo del PUG”. Pertanto, impugnata la deliberazione di rinvio, S&V presentò ricorso
al TAR di Bari. Nel 2011 il Tribunale Amministrativo accolse il ricorso, annullando quella delibera ma imponendo al tempo stesso che la S&V, allo scopo di ottenere la cancellazione del vincolo turistico-alberghiero, prima restituisse alla Regione Puglia i contributi (80 milioni di lire del 1988) erogati per la rivalutazione turistica dell’albergo. Soldi restituiti e, dunque, vincolo cancellato: l’adozione della variante al Piano Regolatore Generale, necessaria per avviare i lavori – senza demolire, magra consolazione – è cronaca di questi giorni. Il dado è tratto. Attraversiamo il Candelaro per l’Hotel del Golfo (Sciale delle Rondinelle), bellissima struttura sulla Riviera Sud che ha seguito un percorso differente, ma sempre scritto nel libro delle sconfitte turistiche. Ammesso a 3 milioni di finanziamento del II° Protocollo del Contratto d’Area, fu realizzato con passione dai suoi titolari, finendo per scontrarsi con la pervicace assenza di indotto e servizi, insomma di politiche del turismo. Nel gennaio 2013 ha chiuso l’albergo e il 22.09.2014 il Consiglio, su istanza della Girasole Srl, ha deciso per il cambio temporaneo di destinazione d’uso per attività socio-sanitaria (svanito il miraggio turismo, la proprietà avrà guardato con interesse ai tanti concretissimi malati e vecchi). Resta lo snaturamento dello scopo di quei 3 milioni del Contratto e la piena responsabilità politica per quest’altro misfatto. 15 Aprile 2015, Consiglio Comunale pieno di lungaggini “ad arte”: la decisione ultima sull’Hotel Gargano è rinviata al 23 aprile 2015, al fotofinish prima delle elezioni. E’ appena il caso di far notare come in Consiglio sieda Michele Ricucci, capogruppo UDC, figlio del costruttore che detiene il 30% della S&V; a prescindere dal fatto se voterà o meno, sarebbe auspicabile il chiarimento di questo conflitto d’interessi. L’autopsia si conclude con le parole amare di un imprenditore turistico sipontino: “Assurda mancanza di ricettività in un contesto ricchissimo di attrattive e in un momento storico che, a causa delle guerre in ogni dove, vedrà l’intensificarsi del turismo interno”. Ma come da locale uso, anzi, destinazione d’uso, in una città tappezzata di “vendesi”, costruiremo altre case. Vista mare. Costose. Chi le comprerà? La responsabilità politica riguarda sia i fallimenti delle strutture turistiche sia l’incapacità, a frittata fatta, di ripensarle in chiave turistica. I barriti degli elefanti un ricordo, forse un’illusione.
Massimiliano Rinaldi
buongiorno,
io e la mia famiglai per circa due anni abbiamo fatto le nostre vacanze in
questa struttura e che dire , il posto è molto bello la ristorazione era
di buon livello….e adesso che da due anni non c’è piu’ questa struttura,,,
beh cercheremo un’altra,,,certo che ci dispiace perchè ci trovavamo bene
saluti
marco
Manfredonia non è mai stata una città turistica e non lo sarà mai. Il piccolo barlume degli anni 70 era solo il riflesso dei flussi diretti verso Vieste e Mattinata.
La verità è che Manfredonia avrebbe dovuto puntare su altro, industria, sviluppo area portuale, servizi. Tutte cose che non sono mai state fatte e ora se ne pagano le conseguenze nefaste
ROSSETO. Rta e Cav acquistate per andarci a vivere. Non si può. Ma ottocento famiglie a Grosseto rischiano di perdere la casa ed ecco che scatta l’emergenza. Il sindaco Bonifazi torna a sottolineare la sua preoccupazione, questa volta in una lettera al presidente, agli assessori e ai consiglieri regionali (e per conoscenza al’Anci Toscana). Oggetto: Richiesta intervento Legislativo Regionale.
«Fin dall’anno 2003 – scrive il sindaco – si sono verificati, sotto il profilo della gestione, irregolarità nella utilizzazione delle strutture ricettive assentite, come vere e proprie residenze ed in molti casi è stata rilasciata la residenza anagrafica a chi lo aveva chiesto. In alcuni casi sono state accertate difformità rispetto al titolo edilizio rilasciato che hanno comportato procedimenti di revoca dell’agibilità a suo tempo regolarmente asseverata. La direzione Assetto del Territorio del Comune di Grosseto ha interpellato a più riprese gli uffici della Regione, chiedendo interpretazioni sulla base delle quali affrontare la problematica ed è emerso che sia le Cav, che le Rta, potevano essere suddivise, fermo restando che debba essere garantita la gestione unitaria della struttura ricettiva secondo i contenuti della legge, sottendendo quindi un’ipotesi sanzionatoria non configurabile con il reato di lottizzazione abusiva a scopo edificatorio».
«Solo successivamente – prosegue Binifazi -, a seguito di indagini della magistratura, sia a livello locale sia nazionale, nelle quali si ipotizza il reato di lottizzazione abusiva, la Regione ha inviato a tutti i Comuni la circolare n. 289 del 23 aprile 2007, nella quale si prevedeva che, nei casi di Rta, non potesse sussistere il frazionamento e confermava la destinazione abitativa delle Cav, senza, per queste ultime, vietare l’alienazione separata delle singole unità abitative». Il sindaco aggiunge che, a tutt’oggi, esiste «un’evidente disomogeneità di pareri sull’argomento».
«Intanto – prosegue – sono intervenute, anche per i casi sottoposti ad indagini nel territorio del Comune di Grosseto, alcune sentenze che hanno compreso i casi sotto processo sia di Rta, sia di Cav, nella fattispecie di lottizzazione abusiva, sebbene non qualificabili come casi di frazionamento di suolo inedificato a scopo edilizio, quanto di frazionamento di immobili regolarmente licenziati per i quali non sussiste la gestione unitaria della ricettività turistica alberghiera». Alla luce di tutto ciò, «dopo che sotto il profilo penale si è espressa la magistratura in vari gradi di giudizio, gli uffici comunali hanno deciso di avviare il procedimento finalizzato all’adozione di ordinanza di interruzione di lottizzazione abusiva a scopo edificatorio, con la comminatoria della confisca (acquisizione gratuita al patrimonio dell’Ente), ai sensi dell’art. 30 del Dpr 380/2001».
Tali procedimenti comportano e comporteranno, nel breve termine, tali sanzioni per circa 100 unità abitative arredate in 12 Rta e per circa 200 unità abitative in 9 Cav. «Il problema, comunque – prosegue -, anche a seguito di ulteriori accertamenti ed approfondimenti, non può non riguardare altre situazioni riconducibili ad un numero di unità abitative arredate maggiore, pari a circa 417 unità abitative in Rta e 315 in Cav».
A margine di quanto sopra, «si dà atto – dice Bonifazi – che la problematica ha comportato gli effetti già noti per il caso del sequestro di alcuni cantieri di Rta e comporterà in futuro effetti dirompenti da un punto di vista sociale, in quanto verranno acquisiti alloggi già occupati, alcuni dei quali acquistati da residenti con mutuo agevolato sulla prima casa. Sarebbe quindi auspicabile un intervento legislativo regionale che dirimesse i contrastanti orientamenti in materia».
Il sindaco ricorda le tappe della vicenda: «La disciplina urbanistica ed edilizia che attiene alle Cav e alle Rta, in applicazione della legge regionale 42/2000, è contenuta, per il Comune di Grosseto, nella variante urbanistica al Territorio Aperto approvata con la delibera di consiglio n. 75 del 24/7/2002, che consente il recupero del patrimonio urbanistico edilizio esistente non più utilizzato a fini agricoli, per attività turistico – ricettive (Cav e Rta), previa sottoscrizione di atto d’obbligo al mantenimento della destinazione produttiva ed alla gestione unitaria.
Con delibera di giunta n. 255 del 4/5/2006 è stato introdotto l’obbligo, per le sole Rta, del classamento catastale in cat. D, ma sia la legge regionale 42/2000 e successive modifiche e integrazioni, sia le disposizioni di attuazione della Variante al Territorio Aperto non vietano la vendita frazionata delle unità abitative arredate. Anche il Piano Regolatore della Città, cosiddetto Samonà, attualmente vigente, prevede interventi localizzati e puntiformi per la realizzazione di strutture ricettive alberghiere che extralberghiere, anche esse soggette a vincolo di destinazione e di gestione unitaria».
Se questi alberghi hanno chiuso è perché non avevano clienti, quindi inutile illudersi. Il turismo della provincia si è da sempre sviluppato lungo il Gargano, da Mattinata verso Vieste, Rodi Garganico, Peschici.
Quando una attività non rende vuol dire che non serve.
Non ci vuole una commissione per capirlo.
anche qui si affonda .
arroganti,presuntuosi,prepotenti ,senza pietà freddi come il loro cemento,questi palazzinari e tutti i tecnici che ruotano intorno alla Bidoniera del cemento .
sono i cosi detti snoob amici di tutti da tutti conosciuti insomma i potenti .
mai a schiacciarli i piedi ,metterti contro ,che ti vedi arrivare gli amici degli amici ,che ti offrono un consiglio gratuito ,fatti i fatti tuoi,se no poi il consiglio lo paghi. cose di normale amministrazione manfredoniana
Manfredonia turistica, purtroppo, è finita, ma è una storia che parte dalla sciagurata vicenda del Petrolchimico. Ora è solo l’epilogo ampiamente annunciato. Peccato! I presupposti per una vera vocazione turistica con conseguente sviluppo economico c’erano tutti. Naturalmente non si troverà nessun colpevole.
Chi grida allo scandalo si comprasse l’hotel gargano e vediamo se….campa con quelle poche prenotazioni!
Mettiamoci i naufraghi che arrivano in Sicilia almeno il Comune e qualche Assessore intascheranno un sacco di soldi.
X ipocrisia:bravo tu ed il tuo amichetto che sta al comune, vedi se dei 700milioni di euro buttati per il contratto d’aria fritta si aiutavano le strutture come l’Hotel Gargano Il Riviera ed altri e si dava la possibilità di riammodernare o ristrutturare queste strutture oggi qui si parlava di altro
i turisti si attirano in maniera attiva con iniziative e servizi adeguati…amministrazione comunale, agenzia del turismo e Gal non lo sanno fare.
Invito coloro i quali possono fare qualcosa a fare instaurare al più presto possibile una commissione speciale per capire cosa sta capitando a MANFREDONIA IN MERITO ALLA DISTRUZIONE DI TUTTE STRUTTURE DI RICEZIONE TURISTICA ALBERGHIERA DEGLI ULTIMI 20 ANNI ! Credo sia nel diritto della cittadinanza Manfredoniana !!!!!!!!!