Anche il Liceo Roncalli di Manfredonia, come altre scuole d’Italia, può fregiarsi di aver fatto fare ai propri alunni l’esperienza del coding attraverso l’uso della piattaforma Programma il Futuro (http://www.programmailfuturo.it) attivato dal MIUR in collaborazione con il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica). Lo scopo di questo consorzio è quello di diffondere lo sviluppo del pensiero computazionale attraverso la programmazione, il coding appunto, in un contesto di gioco. Un progetto che intende stimolare i ragazzi ad avere un ruolo attivo nei confronti delle tecnologie, anziché esserne solo consumatori passivi. A partire dallo scorso anno quattro classi del Liceo Roncalli si sono messe in gioco con l’informatica attraverso l’“Ora del Codice”, in inglese The Hour of Code. Un’iniziativa nata negli Stati Uniti nel 2013 per far sì che ogni studente, in ogni scuola del mondo, svolga almeno un’ora di programmazione.
L’obiettivo non è quello di far diventare tutti dei programmatori informatici, ma di diffondere conoscenze scientifiche di base per la comprensione della società moderna. Attraverso il gioco i ragazzi si sono avvicinati al mondo della programmazione per capire come funzionano i programmi, non limitandosi ad essere solo degli utenti passivi. Al termine del percorso gli studenti hanno anche conseguito l’attestato dell’“Ora Del Codice”. Tale esperienza ha permesso a molti ragazzi di misurarsi con la programmazione e il problem solving.
In questo nuovo anno scolastico le stesse classi, guidate dalla prof.ssa Emilia Notarangelo, si cimenteranno in un livello di programmazione più avanzato che permetterà loro di svolgere lezioni più approfondite sul pensiero computazionale e che li aiuterà a prendere maggiore confidenza con l’ambiente tecnologico che li circonda.
Mariantonietta Di Sabato
Le classi coinvolte nel progetto, 1 H e 2 H
Mah… la grammatica della lingua italiana e le basi della matematica le conoscono questi ragazzi ? Spesso inseguiamo il miraggio delle nuove tecnologie , ma non ci accorgiamo di quanto siano ignoranti i nostri studenti.